Palazzo Cini, a pochi passi da campo S.Vio di Venezia (zona ponte dell’ Accademia),torna ad essere visitabile dal 21 aprile al 15 novembre; la casa-museo espone la prestigiose opere di uno dei più importanti collezionisti privati del novecento italiano, Vittorio Cini, insieme al nuovo progetto d’arte contemporanea dell’artista brasiliano Vik Muniz. Si tratta di un evento culturale il cui merito va alle Generali che agisce in partnership con la Fondazione Cini dell’isola di San Giorgio Maggiore. Riaperto nel 2014 e situato nel Museum Mile offre l’opportunità di far conoscere un unicum nel panorama museale veneziano (Ansafoto); accanto a sculture e oggetti d’arte annovera dipinti toscani e ferraresi(ci sono opere di Giotto, Guariento, Botticelli, Filippo Lippi, Piero di Cosimo e Dosso Dossi). La Galleria di Palazzo Cini, concepita come una casa-museo, è stata inaugurata in seguito alla donazione della principessa Yana Cini Alliata di Montereale, figlia di Vittorio Cini, che nel 1981 lasciò alla Fondazione Giorgio Cini un cospicuo gruppo di dipinti toscani, alcune sculture di pregio e diversi oggetti di arte decorativa. I dipinti toscani, cui si aggiunge il nucleo di tavole ferraresi in deposito presso la Galleria dal 1989 per gentile concessione dell’altra figlia, Yilda Cini Guglielmi di Vulci, sono ordinati nelle sale del piano nobile del palazzo già dei Grimani del ramo di Santa Maria Formosa, noto come palazzo Valmarana e acquistato da Vittorio Cini nel 1919. Essi compongono un ragguardevole percorso attraverso le scuole pittoriche toscana e ferrarese, dal XIII al XVI secolo. Di notevole qualità sono gli oggetti d’arte e gli arredi: dai mobili agli specchi, dalle porcellane agli avori, dai rami smaltati ai cassoni, testimonianze artistiche che danno conto della vastità d’interessi collezionistici di Vittorio Cini. Tra i capolavori della raccolta dei dipiti toscani da segnalare: la croce processionale duecentesca di ambito giuntesco; il polittico di Francesco dell’Orcagna proveniente dalla chiesa di Santa Caterina a Pisa; la tavola con la Madonna con il Bambino, santi e angeli musicanti di Filippo Lippi, che traduce in pittura le soluzioni prospettiche e architettoniche brunelleschiane; la tavoletta con San Tommaso d’Aquino di Beato Angelico, proveniente dallo smembrato altare maggiore della chiesa domenicana di S. Marco a Firenze; la Madonna con il Bambino e due angeli di Piero di Cosimo, dalle tenere reminescenze leonardesche; la Madonna con il Bambino di Piero della Francesca; la grande tavola con Il giudizio di Paride di Botticelli e bottega e altre ancora. Poi gli artisti presenti nella collezione sono: Taddeo Gaddi, Bernardo Daddi, Lorenzo di Niccolò, Lorenzo Monaco, Stefano di Giovanni, meglio noto come il Sassetta, Francesco Neri da Volterra, Pietro di Giovanni Ambrosi, Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, Domenico Ghirlandaio. La raccolta, che per qualità rappresenta una delle più importanti collezioni private di arte ferrarese del Rinascimento, annovera una ricca serie di capolavori: ad esempio, la tavoletta con San Giorgio di Cosmè Tura, i tre pinnacoli con Santa Caterina d’Alessandria, San Girolamo e San Giorgio di Ercole de’ Roberti, provenienti dal Polittico Griffoni, già in San Petronio a Bologna e la tavola con Scena allegorica di Dosso Dossi.