Il 2016 si è contraddistinto in particolare per l’ottimo andamento del settore avicolo, però va sottolineato che è l’intero comparto della macellazione industriale in Veneto (e non solo) ha dato forti segnali di ripresa, con un aumento sia del numero che del peso morto dei capi macellati. È questo uno degli aspetti più significativi che emerge dagli ultimi dati Istat analizzati da Veneto Agricoltura, l’Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario, che sull’argomento ha elaborato un proprio Report. Dopo l’anno nero del 2014, le macellazioni in Veneto hanno registrato nel 2015 una buona crescita, raggiungendo un peso morto complessivo pari a oltre 8 milioni di tonnellate (+7% rispetto al 2014), tra i valori più alti dopo il picco del 2010. Complessivamente, i risultati raggiunti in Veneto sono in linea con la tendenza nazionale, anch’essa in ripresa negli ultimi anni, con una produzione di carne che si è attestata attorno ai 36 milioni/quintali nel 2015 a peso morto (+10% rispetto al 2014). Ne deriva che il Veneto è la terza regione in Italia per peso del macellato, con una quota di poco superiore al 22%, preceduta a breve distanza da Emilia-Romagna (25%) e Lombardia (26%). Nel 2015 la crescita è stata trainata anche dal comparto bovino (+25% sul 2014), con quasi 600.000 capi macellati, seppure ancora nettamente inferiore ai valori del 2010 con 980.000 capi (-40%) per le forti contrazioni delle macellazioni di vitelli (-44%) e dei vitelloni (-36,5%). Gli esperti dell’Agenzia regionale evidenziano poi l’importanza del settore avicolo veneto a livello nazionale, che nel 2015 ha aumentato la propria quota di incidenza in peso morto sul totale regionale (circa 70%), seguito dai bovini (21%) e dai suini col 6,6%). Performance positiva ribadita dal comparto avicolo anche nel 2016 con i 260 milioni di unità macellate e gli oltre 6 milioni di quintali a peso morto, vale a dire quasi la metà del totale nazionale (44%). Valori raggiunti grazie ad una crescita decennale soprattutto della categoria polli da carne (+60%) e in parte dei tacchini (+15) in peso morto. Nel Report si segnalano anche le previsioni macro della Commissione europea che prospettano una produzione sostanzialmente stazionaria nei Paesi avanzati, con una leggera diminuzione del consumo pro-capite compensata dall’aumento della popolazione. Tuttavia, dovrebbe continuare il fenomeno sostitutivo della carne bovina in favore di quella avicola.