“Rovesci del mercato” li ha definiti così il presidente di Coldiretti Veneto Martino Cerantola riferendosi al più datato embargo russo che ha costretto l’agroalimentare alla differenziazione degli sbocchi commerciali provocando danni in Veneto pari a 100 milioni se si considera l’intero indotto. “Non è semplice per le imprese agricole riconvertire e comunque ci vuole del tempo – ha detto dal palco Cerantola davanti a 10 mila agricoltori riuniti al Centro Cattolica di Verona per il Tour nazionale “Le raegioni del cuore”. Per la cosiddetta Brexit, i fatti sono troppo recenti per essere compresi negli effetti – ha ribadito il direttore Pietro Piccioni – . Dobbiamo però vigilare perché il Regno Unito è un mercato, soprattutto per i vini, importantissimo ed in piena fase di espansione”. Non a caso era questo il tema scelto da Coldiretti per l’evento annuale che coinvolge gli associati e i vertici confederali guidati dal numero uno di Coldiretti Roberto Moncalvo in un confronto sulle linee programmatiche e sugli indirizzi economici sindacali dell’organizzazione che in Veneto rappresenta il 60 per cento delle imprese agricole. Due anni di blocco che sono costati molto alle aziende frutticole in termini di quantitativi invenduti milioni di danni per la produzione di kiwi, nettarine e pesche, e il crollo per le mele granny smith, varietà apprezzatissima a Mosca. Male anche per i prosciutti Dop come il San Daniele, il Parma e il nostrano di Montagnana (Berico Euganeo). Il tracollo lo registra però il Grana Padano il cui Consorzio di Tutela aveva investito in una operazione articolata di marketing dai treni alle boutique del formaggio a San Pietroburgo. Nell’area espositiva anche gli esempi della fantasia russa che ha provocato copie malfatte delle tipicità rifiutate dall’Italia: dalla mozzarella all’insalata di quarta gamma, dal Prosecco di Crimea al salame del Don. Una serie di schifezze ben lontane dallo stile italiano. Le testimonianze dal pubblico nella sala gremita hanno identificato lo spaccato economico regionale dal vino all’ortofrutta, dalla zootecnia alla cerealicoltura che valgono 6 miliardi di fatturato. L’accento sulla burocrazia e la gerarchia dei controlli non è mancato dalle parole di Chiara Recchia produttrice di quarta generazione di Amarone sfumatura importante anche per i due Fratelli Beltrame giovani allevatori di Isola Rizza la cui stalla fu l’ultima a chiudere per afta e la prima a rinascere in maniera innovativa e ad alto livello tecnologico. Contraffazione e tarocchi offensivi per il lavoro onesto dei coltivatori di radicchio nel racconto del trevigiano Paolo Manzan. A rincuorarli il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che ha elencato gli interventi del Governo per tutelare il reddito del primario. Infine l’intervento del Governatore Luca Zaia: dal kmzero alla battaglia sugli ogm, la Regione si schiera a fianco di un’agricoltura identitaria tracciabile e di alta qualità quella praticata da 110 mila operatori del settore che investono e consegnano alla storia un comparto dinamico, rigenerato dai giovani che scelgono la campagna come luogo ideale per il proprio progetto di vita.