L’Ordine e la Fondazione degli ingegneri veneziani, con il Consorzio di bonifica acque risorgive, hanno fatto il punto con l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan. Questo a 10 anni dall’alluvione che ha colpito Mestre e l’hinterland veneziano.“Con soddisfazione e orgoglio – ha detto l’assessore regionale al centro Candiani di Mestre, dopo la proiezione del filmato che ha documentato gli effetti delle eccezionali piogge del 26 settembre del 2007 e che cosa è cambiato da allora – riscontro che i 50 Accordi di Programma tra la Regione del Veneto, i Consorzi di bonifica e i 95 Comuni sono stati efficaci e numerosi cantieri sono già operativi o conclusi, dando realizzazione a quelle opere idrauliche di carattere capillare che il territorio da tempo chiedeva. Sono state investite risorse per 4, 3 milioni, secondo una tempistica serrata e direi rispettata. Questo è un esempio di come il Veneto usa le risorse per contrastare uno stato emergenziale”. A seguito delle piogge eccezionali del settembre di dieci anni fa, che colpirono l’entroterra veneziano da Chioggia a Mestre, da Campagna Lupia a Codevigo, il Presidente della Giunta regionale del Veneto, dichiarò lo “stato di crisi”. Successivamente, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 ottobre 2007 è stato dichiarato lo stato di emergenza nel territorio colpito dagli eventi alluvionali del 26 settembre. A tale decreto ha fatto seguito l’ordinanza 18 ottobre 2007, n. 3621, con la quale il Presidente del Consiglio dei Ministri prendendo atto che “gli eventi in argomento hanno causato fenomeni di dissesto idraulico, idrico, ambientale e igienico sanitario” provocando “una situazione di grave pericolo per la pubblica incolumità”, mettendo “in crisi i sistemi preposti all’allontanamento e allo scolo delle acque superficiali in eccesso”, ha ritenuto “necessario ed indifferibile porre in essere i primi interventi urgenti per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita delle popolazioni interessate” e ha definito la struttura commissariale delegata alla gestione dell’emergenza conseguente al verificarsi degli eventi meteorologici di cui trattasi. Per il ripristino dei danni subiti dalle opere pubbliche di bonifica è intervenuto il Fondo di solidarietà Nazionale di cui al Decreto Legislativo n. 102/2004 con assegnazione delle prime risorse finanziarie, prontamente riconosciute all’allora Consorzio di bonifica Sinistra Medio Brenta. Successivamente, la Giunta regionale ha attivato la realizzazione di numerosi interventi di adeguamento della rete fognaria acque bianche, per un importo complessivo di € 4.100.000, nonché di interventi da parte del Consorzio di bonifica Acque Risorgive sulla rete idraulica minore di bonifica per un importo complessivo di € 2.500.000. L’ eccezionale evento del 26 settembre di dieci anni fa ha, però, posto in evidenza la necessità di intervenire anche sulla maglia idraulica territoriale di proprietà privata che, nel frattempo, è stata oggetto di indagine attraverso la redazione dei Piani comunali delle acque che il Consorzio di bonifica Acque Risorgive ha voluto sostenere in collaborazione con i Comuni ricadenti nel comprensorio. Questa importante attività ha portato i suoi esiti con la deliberazione della Giunta regionale n. 1767/2014 “Interventi manutentori di carattere straordinario sulla maglia idraulica territoriale. Procedimento per il finanziamento degli “Accordi di Programma” tra i Consorzi di bonifica e i Comuni del Veneto” che ha riconosciuto ai Consorzi di bonifica i contributi per oltre 4 milioni di euro, finalizzati agli interventi manutentori straordinari sulla rete privata, al fine di garantire la sua funzionalità e la possibilità che quest’ultima possa invasare maggiori volumi di acque di pioggia.