La Consulta provinciale per l’innovazione e la ricerca di Bolzano ha approvato i programmi per l’anno in corso stanziando in totale 110,3 milioni di euro. La parte del leone la fa il settore dedicato a università e ricerca, con un investimento complessivo di 84 milioni di euro suddivisi principalmente tra LUB (59,9 miliioni) ed EURAC (21,1 milioni). All’innovazione, invece, sono stati destinati poco più di 26 milioni di euro, e di questi 18,4 vengono direttamente utilizzati per sostenere l’attività di ricerca e sviluppo di processi e prodotti delle imprese grazie al sistema dei contributi e dei bandi. Oltre a questo pilastro, gli altri due capisaldi del programma sono le convenzioni programmatiche con gli enti che operano sul territorio e il sostegno al trasferimento tecnologico dalla ricerca alle imprese. “Attualmente – ha sottolineato il presidente Arno Kompatscher (nella foto) – gli investimenti in ricerca e sviluppo in Alto Adige incidono per lo 0,6% del PIL. Il nostro obiettivo è quello di far aumentare in maniera sensibile questo dato percentuale dando un maggior peso all’interno del bilancio provinciale all’innovazione, uno dei settori chiave per la competitività e il benessere del nostro territorio. Per creare un sistema efficiente, però, non basta la quantità dell’investimento, ma conta anche la qualità e l’efficienza dello stesso, raggiungibile solo tramite un sistema mirato, efficace e in grado di coinvolgere tutti i partner”. Proprio attorno a questo passaggio, infatti, si sviluppa il documento strategico approvato ieri dalla Consulta, un progetto di lungo periodo (con scadenza 2020) richiesto a tutte le regioni dell’Europa. Esso è chiamato “Smart specialisation strategy per la Provincia di Bolzano”, e pur puntando sulle tradizionali eccellenze altoatesine (energia e ambiente, tecnologie agroalimentari e tecnologie alpine su tutti), pone l’accento sulla necessità di gestire in maniera coordinata, con gli attori del sistema, tutta la rete della ricerca e innovazione.