A Venezia, a Ca’ Giustinian (Portego), sede della Biennale, è in corso 1999, mostra dalle collezioni dell’ASAC (Archivio Storico delle Arti Contemporanee) organizzata dalla Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta. La mostra è visitabile online sulla piattaforma del Google Cultural Institute. Si tratta della riproposta del percorso espositivo della Biennale Arte del 1999 intitolata dAPERTuttO (48. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia) e diretta da Harald Szeemann, il grande curatore svizzero scomparso dieci anni fa. “Con il 1999, e con Harald Szeemann – ha detto il Presidente Baratta – nasce una nuova Biennale che si assume in prima persona la responsabilità della mostra internazionale e non più fatta per sezioni. Con lui abbiamo aperto dunque il nuovo ciclo che tuttora viviamo”. “Nel 1998 la nomina di Harald Szeemann come curatore della mostra che si terrà nell’anno successivo – spiega Baratta – coincise con una scelta di fondo compiuta dalla Biennale per la propria Mostra d’Arte. Fu la scelta di strutturarla in via permanente e definitiva su una mostra internazionale affidata al proprio curatore, a fianco della Biennale formata dai padiglioni dei paesi partecipanti. Fu la traduzione in una scelta definitiva e strategica di soluzioni adottate in alcune occasioni negli anni precedenti in momenti particolarmente felici della vita della mostra: in special modo quello nel quale la mostra, ancora articolata in sezioni, aveva introdotto tra queste una sezione APERTO nella quale si predispose ad accogliere le novità del mondo e le più giovani generazioni. 1999 è una riproduzione integrale della mostra dAPERTuttO curata da Szeemann, realizzata con i materiali dell’ASAC, ripercorribile attraverso documenti originali e su schermi a Ca’ Giustinian, ma anche “riallestita” e “rivisitabile” virtualmente online sul sito della Biennale, all’indirizzo www.labiennale.org/it/asac/esposizioni-online/
nonché all’indirizzo www.google.com/culturalinstitute/collection/la-biennale-di-venezia  Questo progetto nasce grazie al supporto di Google Cultural Institute e al dialogo con Amit Sood, director del Google Cultural Institute, la piattaforma tecnologica sviluppata da Google per promuovere e preservare la cultura online. Si tratta di un’iniziativa che sarà possibile ora ripetere anche per la Biennale Arte 2015 e per le prossime Esposizioni. “Le tecnologie e la sapienza d’archivio ci consentono oggi di riprodurre attraverso le immagini, e nella loro interezza, seppure per frammenti, le mostre del passato”, ha spiegato il Presidente Baratta. “L’esercizio ci pare prezioso, in quanto attività di studio e documentazione. Per molte opere d’arte contemporanea, lo spazio che le accoglie risulta essere quasi complementare ad essa, ed è perciò che la rivisitazione di una mostra rappresenta un ulteriore arricchimento nel ricordo e nella conoscenza di essa. E la Biennale, nella sua mostra, non disponendo più soltanto di un edificio a pareti bianche ma anche di edifici storici all’Arsenale dotati di una propria drammaticità, offre ai curatori della mostra internazionale un duplice strumento, arricchendo le possibilità per i progetti espositivi”. 1999 consolida il programma delle mostre temporanee realizzate con documenti dell’ASAC. Anche in questa occasione vengono portati alla luce frammenti della storia della Biennale.

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