Giovanna Giubbini, direttore dell’ Archivio di Stato di Venezia, ha dato notizia di una importante acquisizione: documenti della famiglia patrizia Venier. “Si tratta di un significativo gesto di attenzione nei confronti di Venezia compiuto dal Ministero per i beni e attività culturali – Direzione generale Archivi, che ha acquistato alla fine di novembre 2018 l’archivio da un privato – ha sottolineato Giubbini – Già la Soprintendenza archivistica del Veneto, negli anni ‘70, ne ha dichiarato l’interesse storico. Con l’acquisizione da parte dello Stato i preziosi documenti saranno a disposizione di quanti vorranno studiarlo, nel luogo più consono alla sua valorizzazione e conservazione” (foto di uno dei tanti documenti da arch.Stato). L’archivio Venier, costituito da 1061 fascicoli, è stato trasferito in 12 casse di legno e conserva documenti di grande rilievo per la città di Venezia dato che ripercorrono la storia della casata Venier, antica famiglia appartenente al patriziato lagunare che annovera tra i suoi membri tre dogi: Antonio (1382-1400), Francesco (1554-1556) e Sebastiano (1577-1578). Dopo il ritorno a Venezia delle due pagine miniate, smembrate dall’antifonario Procuratori di San Marco de Supra del XIV secolo, che erano state rubate nel 1996, e di due Mariegole del XIV secolo rubate 70 anni fa, la notizia che anche tutto l’archivio Venier entri a far parte del ricchissimo patrimonio dell’Archivio di Stato di Venezia non può che renderci orgogliosi – ha detto il consigliere delegato alle tradizioni, Giovanni Giusto – La storia millenaria di Venezia si racconta anche attraverso questi importanti documenti, dove gli studiosi potranno trovare nuove testimonianze di vita quotidiana, militare, politica e commerciale della nostra Serenissima e delle sue tradizioni. In particolare, della famiglia Venier era il doge Sebastiano, vincitore della storica battaglia di Lepanto, uno dei capisaldi della storia non solo della Repubblica ma dell’Europa intera. Un evento celebrato in tantissimi dipinti, primo fra tutti quello nella Sala dello Scrutinio a Palazzo Ducale.