Il MiM Belluno, il museo interattivo delle migrazioni, che in tre anni di attività ha già all’attivo oltre 12.000 visite, soprattutto da parte di studenti, ha lanciato la proposta di candidare Belluno come sede del Museo nazionale dell’emigrazione, se non in sostituzione a Genova, perlomeno come centro di cooperazione con il capoluogo della Liguria. Il MiM, attraverso la collaborazione con l’Associazione Bellunesi nel Mondo – che sta dando vita ad un nuovo Centro studi sulle migrazioni – e grazie all’apporto della rete dei soci dell’associazione, potrà contare su un costante apporto di materiale documentale e di testimonianze sulla storia dell’emigrazione. Quasi 3.000 files (fotografie, lettere, documenti) sono già stati digitalizzati e archiviati, 62 ore di video-testimonianze sono già state raccolte, e il patrimonio è in costante aumento. Nato nel 2009 presso il Complesso Monumentale del Vittoriano a Roma, il Museo nazionale dell’emigrazione italiana, su decisione del ministro Dario Franceschini verrà ora spostato al MuMa, il Museo del Mare di Genova. Da Genova partirono infatti milioni di emigranti per attraversare l’oceano in cerca di fortuna. È un peccato però che sull’argomento il Veneto non venga mai preso in considerazione. Andando a guardare i dati, infatti, si vede come nel periodo cosiddetto della Grande Emigrazione sia stato proprio veneto il contributo principale in termini numerici: nel quarantennio tra il 1876 e il 1915 sono più di 1.880.000 le partenze dal Veneto, prima regione in Italia davanti a Piemonte, Campania, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Lombardia. Nei cent’anni tra il 1876 e il 1976 le partenze sono 3.240.395. Numeri che parlano da sé. La storia dell’emigrazione è la storia del Veneto. Due realtà inscindibili che meritano un riconoscimento. Gli spazi che attualmente ospitano il MiM, situato presso la sede dell’ABM, non sono sufficienti, ma l’amministrazione comunale di Belluno si è detta disponibile a dare appoggio a questo progetto. “Qualche mese fa, l’ABM aveva inviato al ministro Franceschini una lettera per metterlo a conoscenza dell’esistenza del MiM e della disponibilità a collaborare per il nuovo Museo nazionale dell’emigrazione – il commento è del presidente ABM Oscar De Bona – La proposta è stata in questi giorni rinnovata”. L’invito a sostenere la proposta è stato inoltre presentato al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e all’assessore ai flussi migratori Manuela Lanzarin, che si sono sempre dichiarati legati alla tematica dell’emigrazione, e alla Presidente della Provincia di Belluno Daniela Larese Filon. Il Presidente ABM Oscar De Bona ha auspicato che questa candidatura “non tanto in antitesi con Genova, ma per una collaborazione, venga accolta, cosicché la nostra regione possa finalmente avere una giusta rappresentanza a proposito di un tema rispetto al quale tantissimi veneti hanno dato con tanti sacrifici e con la propria vita un contributo fondamentale. Contributo che è andato a beneficio dell’intero Paese”. Dove realizzare la sede del nuovo Museo dell’emigrazione italiana, o comunque veneta? Posti liberi nel comune capoluogo ce ne sono. “Stiamo valutando le sale di Palazzo Bembo – è la valutazione di De Bona – ma è presente anche la ex sede della Banca d’Italia oppure Palazzo Minerva, storico edificio nel cuore di Belluno in cui già nel 2004 si pensava di realizzare un museo inerente l’emigrazione. Che sia un segno del destino?”. L’ABM ha promosso una raccolta firme per far sentire che i cittadini veneti hanno a cuore la questione. Per info ABM: 0437 941160 – info@bellunesinelmondo.it).

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