La Commissione europea vara i nuovi cuscinetti salva-banche. Riserve minime obbligatorie per assorbire meglio gli shock, riduzione dei rischi nell’attività di prestito, messa in sicurezza del cuore dell’economia dell’Ue. L’esecutivo comunitario ha licenziato un nuovo pacchetto di misure volte a salvaguardare gli istituti creditizi strategici, quelli ritenuti troppo grandi per poter fallire perché quelli su cui poggia il fulcro del sistema Ue. Si tratta di misure tecniche, con l’unico obiettivo di puntellare ancora le fondamenta di Europa ancora traballante. “Oggi presentiamo proposte per la riduzione dei rischi”, ha assicurato il commissario per la Stabilità finanziaria e i servizi finanziari, Valdis Dombrovskis. “L’Europa ha bisogno di un settore bancario diverso, più forte, per finanziare l’economia”. La Commissione europea – spiega una nota di Adico (Ass.difesa consumatori di Mestre)intende applicare gli standard di sicurezza per le banche raggiunti a livello internazionale (G20, Basilea), agendo sulle entità troppo grandi per lasciare che falliscano individuate dal Financial Stability Board, l’organismo internazionale con il compito di monitorare il sistema finanziario mondiale. Sono 13 le banche oggetto delle nuove proposte dell’esecutivo comunitario: Barclays, Bbva, Bnp Paribas, Credit agricole, Deutsche Bank, Groupe Bpce, Hscb, Ing, Royal Bank of Scotland, Banco Santander, Societè general, Standard Chartered, Unicredit. Arriva la soglia obbligatoria del 3% anche per le banche. Il rapporto deficit/Pil vede in questo valore il limite massimo consentito per i governi. Ora questo stesso tetto viene fissato per gli istituti di credito, che d’ora in avanti non dovranno portare al di sopra del 3% il valore del rapporto tra la base di capitale e le attività totali. È quella che in gergo si chiama «leva finanziaria», l’unità di misura della capacità di fare affari al netto dei rischi. Praticamente da questo rapporto si capisce quanto una banca può incorrere in crisi di liquidità. Una leva eccessiva può avere un effetto negativo sulla solvibilità della banca, da qui l’esigenza di porre un limite alle operazioni delle banche. Non solo. La Commissione propone una dotazione minima di risorse patrimoniali, già prevista per le banche non sistemiche, anche per quelle «too big to fail. Per gli enti creditizi si intende far attuare le regole sulle capacità totali di assorbimento delle perdite (Tlac) attraverso una loro inclusione nei requisiti minimi ai fondi propri e alle passività ammissibili (Mrel) che si applicano a tutte le banche. Al fine di rendere più resiliente il sistema bancario su un orizzonte temporale superiore a un anno, la Commissione Ue ribadisce la necessità di avere un valore superiore al 100% nel rapporto tra ammontare disponibile di provvista stabile e l’ammontare obbligatorio di provvista stabile (indice Nsfr, Net Stable Funding Ratio).
Le nuove regole non modificano in alcun modo il regime di salvataggio delle banche in difficoltà. «Non si tratta di riscrivere la regole del ’bail-in», precisano a Bruxelles. Le regole in vigore prevedono che le crisi bancarie non siano tramite intervento statale (regime di bail-out), ma dai privati attraverso prelievi di azionisti e correntisti dell’istituto in questione (bail-in). “La regola del bail-in non si cambia, la consideriamo positiva per il contribuente”.