Il convegno nazionale “Il Corridoio del Brennero per connettere l’Italia. Un’opportunità per il Trentino e per il Paese”, organizzato a Trento dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, assieme a Provincia autonoma di Trento, Comune di Trento, Ram-Infrastrutture Logistica e Trasporti spa, Università di Trento e Confindustria Trento, è stata l’occasione anche per fare il punto sulle nuove iniziative. Subito va osservato che le Province autonome di Trento e Bolzano hanno stanziato – per tre anni, – 3 milioni di euro ciascuna per incentivare il passaggio delle merci dall’autostrada alla ferrovia. I relativi incentivi tariffari renderanno più conveniente adottare la Ro.La per il trasporto delle merci attraverso il Brennero.
Siglato anche un protocollo d’intesa fra Rfi-Rete ferroviaria italiana e Interbrennero spa, alla presenza del ministro Graziano Delrio e del presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi (foto), riguardante il potenziamento dell’impianto di Trento Roncafort. Il protocollo impegna i soggetti firmatari ad istituire un gruppo di lavoro congiunto per approfondire le misure necessarie a potenziare il sistema Ro.La nell’area della stazione di Trento Roncafort. In particolare, si prevede la destinazione di due binari dell’attuale fascio di Roncafort all’autostrada viaggiante. Il tutto si inquadra nel contesto del corridoio europeo TEN – T Core Scandinavia–Mediterraneo, cruciale per l’economia europea ed italiana, di cui il progetto più importante è la galleria di base del Brennero che, una volta in esercizio, riverserà sull’intero percorso ferroviario un ingente traffico merci. Il Trentino crede nel trasporto pubblico, come sottolineato dal presidente Rossi nel corso dell’incontro di oggi. Sono attualmente 120.000 gli utenti giornalieri complessivi che se ne servono per muoversi in provincia, fra autobus e treni, principalmente. Trasferire quote crescenti di traffico pesante proveniente da sud e da nord dalla gomma alla rotaia rimane però un imperativo categorico. Va in questa direzione anche “Connettere l’Italia”, il nuovo Piano strategico per la mobilità del Paese di cui ha parlato oggi il ministro Delrio, che prevede un budget complessivo di 123 milioni di euro (a cui altri se ne aggiungeranno). I progetti prioritari sono 108. Oltre a quelli già concordati, vi sono anche quelli allo stato di project review e di strudio di fattibilità. Il Brennero rappresenta in questo quadro un corridoio fondamentale, con quasi 47 milioni di tonnellate di merce che vi transitano sui 160 milioni complessivi che interessano i valichi italiani. Il tunnel di base del Brennero sarà ultimato nel 2027, e costerà 4,4 miliardi di euro, 5,92 con gli interventi accessori. Esso consentirà il transito di treni merci molto più potenti di quelli attuali, lunghi 750 metri e pesanti 1600 tonnellate (quelli attuali sono lunghi al massimo 450 metri per un peso di 1200 tonnellate). Ma i vantaggi saranno consistenti anche sul piano ambientale, con il passaggio di una buona parte dei tir che transitano per il passo – 2,2 milioni nel 2016 – dalla A22 alla ferrovia. Il commissario straordinario per il Brennero, Ezio Facchin, in apertura dei lavori di oggi, ha sottolineato la necessità di creare non solo infrastrutture ma anche una cultura della mobilità sostenibile. “Il documento predisposto dal Ministero -ha detto – rappresenta in questo senso una novità, perché coniuga entrambe gli aspetti”. Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta ha detto come la città stia rivedendo il Piano urbanistico. “La nuova linea ferroviaria per l’alta velocità è prevista in galleria sulla collina ad Est – ha spiegato – . La stazione è invece in centro. La sua funzione è decisiva, lo abbiamo già visto in altre città. Se potessimo utilizzare la nuova linea ad Est per pochi anni anche per i passeggeri, potremmo intanto realizzare il sogno dell’interramento della ferrovia e del recupero del boulevard di superficie. Rendendo Trento ancora più bella e vivibile”. Ennio Cascetta, amministratore unico Ram logistica, ha quindi svolto la sua relazione sul Piano ministeriale, “Un sistema logistico sostenibile a servizio del sistema economico-produttivo italiano”. Tre i filoni: le infrastrutture, le norme e le semplificazioni dei processi, gli incentivi (ferro, ma anche trasporto marittimo e trasporto pubblico locale). Per connettere l’Italia superare le Alpi è fondamentale. Il valico del Brennero è il valico più importante. Ma ha 150 anni. Il treno qui sta perdendo terreno. Ci vuole un valico ferroviario diverso, per treni diversi, più lunghi e più alti, competitivi con la strada. Inoltre, la ferrovia può servire meglio le persone. L’Alta velocità italiana, creata sul modello tedesco, lo sta già facendo. La linea del Brennero sarà parte della rete dell’Av italiana. Obiettivo? Trento-Roma in meno di 3 ore. La tavola rotonda ha visto protagonisti il ministro Delrio, il presidente Rossi, il rettore dell’università di Trento Paolo Collini e l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile. “I territori – ha spiegato Delrio – vogliono sapere se questa nuova grande opera servirà tutti i territori che attraversa oppure no. La risposta è chiara: le buone infrastrutture generano domanda di trasporto pubblico ma anche sviluppo economico. Le aziende del futuro sceglieranno le loro sedi e le loro partnership sulla base dell’accesso a mobilità sostenibile. Inoltre, cambiano le relazioni fra le città. Lo abbiamo visto per Milano e Torino dopo l’avvio dell’Alta velocità. Per Trento vorrà dire maggiore interconnessione con il Nord ma anche con Verona che è uno snodo strategico. Il traforo del Brennero migliorerà le economie e le relazioni fra i territori. Quindi da parte nostra tutta la disponibilità ad esaminare progetti come quello presentato oggi dal sindaco di Trento. Voi avete avanzato proposte importanti ed utili, il che dimostra che con l’aiuto dei territori anche in Italia si possono portare avanti con successo le grandi opere. Noi stiamo costruendo il futuro. Ci sono già 33 miliardi di euro impegnati per la rete ferroviaria in questa legislatura. Le opportunità che si creano grazie ai corridoi europei possono tirare fuori il meglio dai territori. La decisione delle Province di Trento e Bolzano di aggiungere incentivi provinciali a quello nazionale dà certezza al fatto che l’obiettivo del trasferimento modale sia possibile. C’è una sostenibilità economica, sociale e ambientale che viene avanti assieme”. L’effetto immediato della galleria del Brennero sarà quello di una riduzione di un’ora dei tempi di percorrenza fra le destinazioni a Nord e a Sud del Brennero, come ricordato da Gentile. “Se a questo associamo l’effetto dell’Alta velocità di rete otteniamo benefici ancora maggiori. Grazie alla realizzazione delle tratte di accesso, i tempi di percorrenza tra Trento e Roma si abbasseranno sotto il tetto delle 3 ore”. Per il presidente Rossi “questa idea di corridoio è perfettamente associabile alla nostra idea di Autonomia, che non significa isolamento ma interconnessione con il Nord e il Sud dell’Europa. In un’epoca di sovranismo i corridoi possono essere un’occasione per ragionare anche sui temi della condivisione della sovranità. Sul piano pratico, però, il corridoio del Brennero è per noi al tempo stesso una necessità e un’opportunità. Il nostro obiettivo principale è il trasferimento di quote di trafico dall’autostrada alla ferrovia. Per questo aggiungeremo ulteriori incentivi tariffari per il traffico merci su rotaia, cosa da noi notificata all’Europa, che ne ha perfettamente capito il senso. Una connessione in tempi più brevi accrescerà però la nostra competitività anche sul versante turistico”. Dal presidente Rossi anche un accenno alla necessità di implementare modelli di sviluppo che disincentivino gli spostamento non indispensabili (da qui agli investimenti che il Trentino sta realizzando anche sul versante informatico). Infine, l’accordo siglato in margine al convegno fra Rfi e Interbrennero. L’impegno che le parti si assumono è quello di intensificare gli sforzi per sviluppare il traffico merci su rotaia, come conseguenza del potenziamento dell’asse ferroviario del Brennero e della stazione di Trento Roncafort, in piena coerenza con la cosiddetta “cura del ferro”, obbiettivo strategico e prioritario indicato dal Governo-Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Siglato anche un protocollo d’intesa fra Rfi-Rete ferroviaria italiana e Interbrennero spa, alla presenza del ministro Graziano Delrio e del presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi (foto), riguardante il potenziamento dell’impianto di Trento Roncafort. Il protocollo impegna i soggetti firmatari ad istituire un gruppo di lavoro congiunto per approfondire le misure necessarie a potenziare il sistema Ro.La nell’area della stazione di Trento Roncafort. In particolare, si prevede la destinazione di due binari dell’attuale fascio di Roncafort all’autostrada viaggiante. Il tutto si inquadra nel contesto del corridoio europeo TEN – T Core Scandinavia–Mediterraneo, cruciale per l’economia europea ed italiana, di cui il progetto più importante è la galleria di base del Brennero che, una volta in esercizio, riverserà sull’intero percorso ferroviario un ingente traffico merci. Il Trentino crede nel trasporto pubblico, come sottolineato dal presidente Rossi nel corso dell’incontro di oggi. Sono attualmente 120.000 gli utenti giornalieri complessivi che se ne servono per muoversi in provincia, fra autobus e treni, principalmente. Trasferire quote crescenti di traffico pesante proveniente da sud e da nord dalla gomma alla rotaia rimane però un imperativo categorico. Va in questa direzione anche “Connettere l’Italia”, il nuovo Piano strategico per la mobilità del Paese di cui ha parlato oggi il ministro Delrio, che prevede un budget complessivo di 123 milioni di euro (a cui altri se ne aggiungeranno). I progetti prioritari sono 108. Oltre a quelli già concordati, vi sono anche quelli allo stato di project review e di strudio di fattibilità. Il Brennero rappresenta in questo quadro un corridoio fondamentale, con quasi 47 milioni di tonnellate di merce che vi transitano sui 160 milioni complessivi che interessano i valichi italiani. Il tunnel di base del Brennero sarà ultimato nel 2027, e costerà 4,4 miliardi di euro, 5,92 con gli interventi accessori. Esso consentirà il transito di treni merci molto più potenti di quelli attuali, lunghi 750 metri e pesanti 1600 tonnellate (quelli attuali sono lunghi al massimo 450 metri per un peso di 1200 tonnellate). Ma i vantaggi saranno consistenti anche sul piano ambientale, con il passaggio di una buona parte dei tir che transitano per il passo – 2,2 milioni nel 2016 – dalla A22 alla ferrovia. Il commissario straordinario per il Brennero, Ezio Facchin, in apertura dei lavori di oggi, ha sottolineato la necessità di creare non solo infrastrutture ma anche una cultura della mobilità sostenibile. “Il documento predisposto dal Ministero -ha detto – rappresenta in questo senso una novità, perché coniuga entrambe gli aspetti”. Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta ha detto come la città stia rivedendo il Piano urbanistico. “La nuova linea ferroviaria per l’alta velocità è prevista in galleria sulla collina ad Est – ha spiegato – . La stazione è invece in centro. La sua funzione è decisiva, lo abbiamo già visto in altre città. Se potessimo utilizzare la nuova linea ad Est per pochi anni anche per i passeggeri, potremmo intanto realizzare il sogno dell’interramento della ferrovia e del recupero del boulevard di superficie. Rendendo Trento ancora più bella e vivibile”. Ennio Cascetta, amministratore unico Ram logistica, ha quindi svolto la sua relazione sul Piano ministeriale, “Un sistema logistico sostenibile a servizio del sistema economico-produttivo italiano”. Tre i filoni: le infrastrutture, le norme e le semplificazioni dei processi, gli incentivi (ferro, ma anche trasporto marittimo e trasporto pubblico locale). Per connettere l’Italia superare le Alpi è fondamentale. Il valico del Brennero è il valico più importante. Ma ha 150 anni. Il treno qui sta perdendo terreno. Ci vuole un valico ferroviario diverso, per treni diversi, più lunghi e più alti, competitivi con la strada. Inoltre, la ferrovia può servire meglio le persone. L’Alta velocità italiana, creata sul modello tedesco, lo sta già facendo. La linea del Brennero sarà parte della rete dell’Av italiana. Obiettivo? Trento-Roma in meno di 3 ore. La tavola rotonda ha visto protagonisti il ministro Delrio, il presidente Rossi, il rettore dell’università di Trento Paolo Collini e l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile. “I territori – ha spiegato Delrio – vogliono sapere se questa nuova grande opera servirà tutti i territori che attraversa oppure no. La risposta è chiara: le buone infrastrutture generano domanda di trasporto pubblico ma anche sviluppo economico. Le aziende del futuro sceglieranno le loro sedi e le loro partnership sulla base dell’accesso a mobilità sostenibile. Inoltre, cambiano le relazioni fra le città. Lo abbiamo visto per Milano e Torino dopo l’avvio dell’Alta velocità. Per Trento vorrà dire maggiore interconnessione con il Nord ma anche con Verona che è uno snodo strategico. Il traforo del Brennero migliorerà le economie e le relazioni fra i territori. Quindi da parte nostra tutta la disponibilità ad esaminare progetti come quello presentato oggi dal sindaco di Trento. Voi avete avanzato proposte importanti ed utili, il che dimostra che con l’aiuto dei territori anche in Italia si possono portare avanti con successo le grandi opere. Noi stiamo costruendo il futuro. Ci sono già 33 miliardi di euro impegnati per la rete ferroviaria in questa legislatura. Le opportunità che si creano grazie ai corridoi europei possono tirare fuori il meglio dai territori. La decisione delle Province di Trento e Bolzano di aggiungere incentivi provinciali a quello nazionale dà certezza al fatto che l’obiettivo del trasferimento modale sia possibile. C’è una sostenibilità economica, sociale e ambientale che viene avanti assieme”. L’effetto immediato della galleria del Brennero sarà quello di una riduzione di un’ora dei tempi di percorrenza fra le destinazioni a Nord e a Sud del Brennero, come ricordato da Gentile. “Se a questo associamo l’effetto dell’Alta velocità di rete otteniamo benefici ancora maggiori. Grazie alla realizzazione delle tratte di accesso, i tempi di percorrenza tra Trento e Roma si abbasseranno sotto il tetto delle 3 ore”. Per il presidente Rossi “questa idea di corridoio è perfettamente associabile alla nostra idea di Autonomia, che non significa isolamento ma interconnessione con il Nord e il Sud dell’Europa. In un’epoca di sovranismo i corridoi possono essere un’occasione per ragionare anche sui temi della condivisione della sovranità. Sul piano pratico, però, il corridoio del Brennero è per noi al tempo stesso una necessità e un’opportunità. Il nostro obiettivo principale è il trasferimento di quote di trafico dall’autostrada alla ferrovia. Per questo aggiungeremo ulteriori incentivi tariffari per il traffico merci su rotaia, cosa da noi notificata all’Europa, che ne ha perfettamente capito il senso. Una connessione in tempi più brevi accrescerà però la nostra competitività anche sul versante turistico”. Dal presidente Rossi anche un accenno alla necessità di implementare modelli di sviluppo che disincentivino gli spostamento non indispensabili (da qui agli investimenti che il Trentino sta realizzando anche sul versante informatico). Infine, l’accordo siglato in margine al convegno fra Rfi e Interbrennero. L’impegno che le parti si assumono è quello di intensificare gli sforzi per sviluppare il traffico merci su rotaia, come conseguenza del potenziamento dell’asse ferroviario del Brennero e della stazione di Trento Roncafort, in piena coerenza con la cosiddetta “cura del ferro”, obbiettivo strategico e prioritario indicato dal Governo-Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.