A Bormio un incontro sul tema “Autonomie a confronto”, organizzato dal sindaco Giuseppe Occhi cui hanno partecipato, tra gli altri, Luca Della Bitta, presidente della Provincia di Sondrio, che ha parlato delle aspettative di Valtellina e Valchiavenna e Ugo Parolo, Sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia. Il Comune di Bormio ha proposto un confronto sul tema delle autonomie locali per mettere in luce l’esperienza di diverse realtà della montagna italiana. All’incontro presso la sala congressi di Bormio Terme è intervenuto il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi il quale ha detto che “l’ Autonomia non è un privilegio, ma il riconoscimento di una rivendicazione che il nostro popolo ha sempre avanzato. E’ uno status di cui non siamo gelosi, l’abbiamo chiesta e pensiamo di aver dimostrato di meritarcela. Auguriamo anche a voi di fare questo cammino, perché ne ha bisogno anche il Paese. La risposta ai problemi non è il centralismo”.  “I dati relativi a come vengono spese le risorse – ha aggiunto Rossi – dimostrano che ci sono territori che l’autonomia se la meriterebbero. Soprattutto nelle zone di montagna che necessitano di politiche mirate. Dove ci sono possibilità di autonomia compiuta lo spopolamento della montagna non c’è stato. Altrove è invece inarrestabile”. Per raccontare l’autonomia trentina il presidente Rossi ha attinto anche alla storia. “Multiculturalità e multilinguismo – ha sottolineato il presidente – sono state una caratteristica sostanziale dell’Impero austroungarico, a cui il Trentino è appartenuto fino alla fine della Prima Guerra Mondiale, godendo, già allora, di autonomia”. Rossi ha riassunto il periodo che comprende gli anni del processo di italianizzazione, il dopoguerra con la nascita dell’Associazione Studi Autonomistici Regionali, che è arrivata ad avere 100mila aderenti, l’accordo Degasperi-Gruber che ha disegnato le basi dell’assetto autonomistico attuale, il varo dello Statuto di autonomia. “Trentini e Sudtirolesi – ha sottolineato Rossi – devono essere riconoscenti alla Repubblica italiana perché, assieme all’Austria, ha riconosciuto qualcosa che preesisteva alla Repubblica stessa. In Europa, dove questo non è successo, non si è prodotto altrettanto benessere e altrettanta convivenza”. Il presidente Rossi ha parlato poi degli anni della tensione politica e del terrorismo, del riequilibrio dei poteri tra Regione e Province autonome di Trento e Bolzano, del riconoscimento da parte dell’Austria che le norme previste per tutelare le minoranze erano state attuate, della riforma costituzionale del 2001 che ha sancito che sono le due Province autonome di Trento e Bolzano ad avere il maggior numero di competenze mentre alla Regione sono rimaste quelle che hanno un rilievo comune per Trentino e Alto Adige, ordinamento dei comuni e previdenza per esempio. Il presidente Rossi, per dire che l’autonomia non è qualcosa di statico, ha spiegato che dal ’73 ad oggi sono state state emanate per la Provincia autonoma di Trento 146 norme di attuazione che hanno definito e ampliato gli ambiti dell’autonomia. “Quando si parla di conti e di spese – ha evidenziato Rossi – si devono considerare anche le competenze che a quelle spese fanno riferimento, non basta limitarsi a registrare i dati dei bilanci e basarsi sulle spese pro capite. L’autonomia trentina finanzia le sue competenze con risorse proprie, senza gravare sul bilancio dello Stato”. Il governatore ha fatto poi un esempio per spiegare quanto il decentramento sia utile anche allo Stato.

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