Il marketing telefonico si è fatto sempre più aggressivo e quest’anno i consumatori, anche veneziani, sembrano pronti alla “guerra” contro call center e società che propongono contratti di energia elettrica, telefonia, gas a qualsiasi ora della giornata. E richiamano più volte nell’arco della settimana, incuranti dei no. Se ne parla ovunque. Basta ascoltare le conversazioni al mercato o nei bar, all’ora dell’aperitivo, per capire che il vaso della sopportazione, per tanti, è oramai straripato. E a Venezia, come in altre parti d’Italia, le proteste si moltiplicano. Lo evidenziano le associazioni dei consumatori, il “termometro” della pazienza sempre più ridotta dei cittadini che telefonano sempre più spesso per chiedere consigli su come riuscire a far zittire il telefono di casa o lo smartphone a causa dell’assalto di chiamate indesiderate, per offerte commerciale che nessuno ha voglia di ascoltare. Venti reclami a settimana. Un problema che assilla circa l’80 per cento dei veneziani, dicono dall’Adico di Mestre. «Noi seguiamo circa 500 pratiche al mese che riguardano gli argomenti più diversi. Di queste, il 37% riguardano bollette e di questo pacchetto di casi, il 16 per cento è riconducibile alle telefonate commerciali. In generale fra i 500 casi mensili, l’8% è legato a pratiche commerciali scorrette: contratti stipulati via telefono senza il vero consenso della controparte, ma anche venditori porta a porta», segnalano dallo staff dell’ associazione presieduta da Carlo Garofolini. Petizione online. Anche Adico sostiene l’iniziativa del quotidiano del gruppo Finegil “Il Tirreno” che ha avviato una inchiesta e una petizione per ottenere dal Parlamento una legge che tuteli i cittadini dalle telefonate moleste. Richiesti tre interventi a favore dei cittadini: un Registro unico delle opposizioni per numeri fissi e mobili; la revoca universale del consenso a ricevere telefonate commerciali, dal momento dell’iscrizione al Registro unico delle opposizioni; l’istituzione della responsabilità condivisa fra call center e committente delle chiamate, in caso di mancato rispetto della volontà dell’abbonato di non ricevere telefonate commerciali. Allo stato dei fatti risulta, segnala Adico di Mestre, che 49.700 persone hanno firmato su “Change.org”. Altre 300 firme e si arriva a quota 50 mila. Cosa fare dunque: “in media ogni settimana riceviamo dalle 15 alle 20 segnalazioni e abbiamo già aiutato tanti a recedere da contratti stipulati via telefono a loro insaputa. Sosteniamo la petizione perché è ora di dire basta. E invitiamo a non rispondere alle chiamate”.

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