La Fornace Orsoni di Venezia, nata nel 1888, è tornata a risplendere dopo il restauro concluso dall’attuale proprietà, l’azienda Trend Group, di Pino Bisazza (nella foto Ansa, l’incontro con autorità e pubblico). La fornace ha sede nei pressi del Ghetto; è molto nota per essere specializzata nel mosaico, una delle tradizioni più antiche e apprezzate dell’artigianato artistico veneziano. Davvero soddisfatto il presidente Bisazza, per la riapertura di “un scrigno d’arte, luogo che rappresenta al meglio la grande tradizione dell’artigianato della Serenissima”, ha detto. Il progetto di restauro è stato affidato allo studio di architettura Duebarradue, già noto per aver contribuito al restauro del Fondaco dei Tedeschi e delle Procuratie Vecchie. “Abbiamo voluto raccontare una storia dell’azienda che parte della Biblioteca del Colore, custode della nostra tradizione”, ha spiegato Bisazza. “Vogliamo rilanciare l’immagine di Venezia quale città produttiva, – ha proseguito Bisazza – riportandola ai fasti d’un tempo quando era piena di eccellenze antiche. Con la Scuola Abate Zanetti abbiamo studiato un percorso formativo congiunto per promuovere l’approccio delle nuove generazioni all’arte vetraria. Vogliamo tutelare quell’artigianato che è sempre più raro trovare in Italia, perché queste unicità stanno scomparendo”. L’occasione è stata anche per ricordare che le numerose ed originali tessere colorate uscite da questa ‘fabrica’ sono presenti in alcuni dei più importanti monumenti al mondo: la Basilica di San Marco; la Sagrada Familia di Gaudì, a Barcellona; la Pagoda del Grande Palazzo Reale, in Thailandia; la Basilica del Sacro Cuore, a Parigi. Le tessere innovative della Fornace Orsoni hanno avuto successo all’Esposizione Universale di Parigi, dove il campionario di smalti e ori musivi colpì anche Antoni Gaudí. Nella Biblioteca della Fornace si trova una sala espositiva dove sono custoditi oltre 3.500 colori, codificati in tantissime tonalità e sfumature.