Edmund de Waal, celebre ceramista e scrittore, è stato ospite all’Auditorium S.Margherita per un incontro, in inglese ma con traduzione simultanea, su arte e scrittura, due modi diversi di comunicare, ha detto, che però conservano un retroterra comune: l’ossessione per il modo in cui vediamo e leggiamo oggetti e testi. Con l’aiuto di immagini ha illustrato i suoi progetti recenti, ripercorrendo anche la straordinaria storia della sua famiglia, che da sempre intreccia la sua strada con l’opera artistica e letteraria dell’autore. Edmund de Waal (foto) – che abita a Londra – ha pubblicato per Bollati Boringhieri il memoir “Un’eredità di avorio e ambra” (2011), tradotto in trenta lingue e vincitore di prestigiosi premi. Nel 2016 ha pubblicato La strada bianca, un viaggio appassionante in cui racconta la sua passione per «l’oro bianco», cercando di capire come il fascino misterioso della porcellana, la sua fragilità e il suo colore abbiano ossessionato e condizionato per secoli le sorti di uomini, regni e filosofie. L’incontro è stato organizzato dall’International Center for the Humanities and Social Chang dell’Università Ca’ Foscari Venezia, nato nel 2017 con la volontà di usare le potenzialità creative della cultura umanistica per sviluppare un’analisi critica del mondo contemporaneo. Edmund de Waal è uno dei più importanti ceramisti al mondo e le sue porcellane sono ospitate nei maggiori musei. Il suo memoir, Un’eredità di avorio e ambra (Bollati Boringhieri 2011, ed. illustrata 2012), è stato pubblicato in trenta lingue e ha vinto il Costa Biography Award e il RSL Ondaatje Prize, ed è stato finalista al Duff Cooper Prize, al Jewish Quarterly Wingate Prize, al PEN/Ackerley Prize, al Southbank Sky Arts Award for Literature, all’Orwell Prize e al BBC Samuel Johnson Prize. È uscito nel 2016 “La strada bianca. Storia di una passione” (Bollati Boringhieri).