Il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ha accolto tutte le candidature espresse dalla Regione del Veneto per accedere alle agevolazioni previste per le aree di crisi non complessa. Si tratta dei Sistemi Locali di Lavoro di Montagnana (8 comuni) e Monselice (23 comuni) in provincia di Padova, di San Donà di Piave (9 comuni) e del portogruarese (5 comuni) insieme a Murano-Sant’Erasmo in provincia di Venezia. Il decreto dei direttori generali del MISE con l’elenco nazionale delle aree ammesse è stato pubblicato sul sito del ministero. Le aree di crisi non complessa sono quei territori in cui la recessione economica e la perdita occupazionale hanno determinato un impatto significativo sullo sviluppo, ma in forma meno grave e diffusa rispetto ai casi di crisi complessa, che sono invece di rilevanza nazionale. L’apertura dei termini per la presentazione delle domande sarà fissata con un successivo provvedimento ministeriale.
“Non posso che esprimere soddisfazione – è il commento del presidente della Regione Luca Zaia – per l’accoglimento integrale della nostra richiesta, frutto di un lavoro di attenta analisi e valutazione in sede regionale dei parametri relativi alla crisi economica e occupazionale. Il riconoscimento di area di crisi non complessa è importante perché può mettere in moto risorse a favore di territori in difficoltà, purché si trovino imprenditori disposti ad investire. Per questo l’impegno della Regione proseguirà per far conoscere nella maniera più capillare possibile al mondo economico le opportunità offerte che saranno poi gestite da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia”. In una nota della Regione è stato osservato che i Sistemi Locali Locali di Lavoro di Monselice e Montagnana sono stati inclusi tra le aree di crisi industriale non complessa per la rilevanza territoriale di alcune crisi industriali in essere. Tra queste, la crisi che ha colpito l’industria del cemento ed il suo indotto ha avuto ripercussioni pesanti sul piano occupazionale e sui contesti territoriali. Il territorio di S. Donà di Piave a seguito degli effetti della crisi economica risulta caratterizzato da una progressiva riallocazione in altre sedi delle attività economiche e dalla dismissione e successiva desertificazione dei contesti produttivi. Tra le candidature alle agevolazioni di area di crisi non complessa è stato inserito anche il contesto produttivo di Murano, attualmente interessato da un processo di riqualificazione conseguente al perdurare della situazione di crisi che interessa il mercato del vetro tradizionale artistico veneziano. La giunta veneta, a fronte della necessità di attivare misure di riqualificazione e sostegno all’economia locale di tutto il portogruarese, oltre alla candidatura come area di crisi non complessa ha previsto anche un intervento con risorse proprie, fino ad un massimo di un milione di euro, a favore dei comuni (Caorle, Cinto Caomaggiore, Concordia Sagittaria, Portogruaro, San Stino di Livenza) non inseriti fra i cinque proposti al MISE. (Nella foto: palazzo Balbi, sede della Giunta veneta).