L’incidente sul lavoro che causa invalidità o peggio la morte o malattie professionali non è da imputare a fatalità ma ad errore umano. Evitare l’incidente è impossibile. Purtroppo sono interessati tutti i settori dell’economia e la maglia nera spetta al settore delle costruzioni. Gli infortuni comunque si verificano nell’industria pesante e pure nel lavoro d’ufficio. Va preso atto che le statistiche di Regioni, Inail, Istat, Unioncamere, Ministeri e relativi Enti strutturali, stanno registrando un calo di incidenti dovuto alla crisi da 2 anni a questa parte che sta attraversando l’Italia e questo a causa della caduta della domanda interna che si è indebolita in maniera evidente. E’ dal 2012 che stiamo subendo la recessione nell’intero territorio italiano e quindi tutte le regioni hanno registrato una caduta dell’attività economica, che in Veneto è stata sul 2,3%, in linea con il Nordest e migliore della media nazionale però per un solo decimo di punto percentuale. Ridurre il numero degli infortuni significa abbassare le assenze per malattia e quindi abbattere i costi e garantire continuità al processo produttivo. In caso di perdita di una vita umana si innescano traumi e sofferenze, per non parlare dei costi per i familiari della vittima. A questo si debbono aggiungere i passaggi giudiziari, brevi o lunghi, per arrivare ad adeguati risarcimenti. C’è di più: senza la salute non si fa niente, come ha scritto Shopenhauer. Vero è che si può diminuire il numero insistendo nel fare prevenzione dei rischi e cogliere ogni opportunità per dare adeguata informazione sulla sicurezza all’interno di ciascuna impresa, fabbrica, laboratorio, bottega. Ma c’è anche la scuola che deve dedicare maggiori spazi didattici nel campo della prevenzione e della sicurezza. Il Miur sta riattivando il protocollo Silos: si tratta di far circuitare tra i 9 milioni di studenti, che domani saranno loro stessi lavoratori attivi, quelle esperienze di vita di coloro che hanno subito un infortunio e che sono portatori di conseguenze drammatiche: saranno loro i narratori della loro tragica esperienza. Certamente farà presa sui giovani ai quali il Ministero competente dovrebbe inserire nei libri di testo tutti i concetti basilari riguardanti la sicurezza lavorativa. Alla recente Giornata per le vittime degli incidenti del lavoro, in questo contesto sulla prevenzione, è stato proposto che l’Inail potrebbe farsi carico di illustrare i dati sugli infortuni nell’ora di matematica e statistica. La sicurezza è un importante valore di civiltà. Va detto inoltre che l’Italia non si è ancora dotata di una strategia nazionale al fine di abbattere gli infortuni: siamo l’unico Paese in Europa a non essersi adeguato a questa esigenza. Per contro il datore di lavoro, le istituzioni, i sindacati e i tanti soggetti che gravitano o si occupano di questa problematica devono saper interpretare la giungla di norme che nel tempo il legislatore ha prodotto. Un ruolo che non va sottovalutato è quello dei media (carta stampata, radio, tv, siti on line): il giornalista che fa cronaca informa i lettori dell’incidente e ne illustra le cause, citando le fonti competenti. Al di la delle note di nera, sarebbe utile anche dedicare spazi o approfondimenti alla prevenzione, intervistando esperti, medici del lavoro, assicuratori, ed autori che hanno prodotto sistemi di sicurezza. Altre inchieste si potranno riservare al lavoro sommerso ad alto rischio e alla piaga della regolarizzazione un giorno dopo il decesso del lavoratore o lavoratrice. E’ opinione generale che al di là delle tante necessarie iniziative sulla prevenzione e sicurezza occorre sempre continuare a svolgere controlli sui posti di lavoro, pubblici e privati che siano, compreso il comparto agricolo, un settore che ha registrato tragedie nel recente periodo, come ad Adria, in Polesine. E’ questo un settore che è composto in generale da lavoratori stagionali che generano grandi flussi di entrata e di uscita dalle imprese in periodi brevi. (M.R.)
INCIDENTI SUL LAVORO. IL MAGLIO DA BATTERE E’ SEMPRE IL BINOMIO PREVENZIONE E SICUREZZA
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