Non c’è solo la Carinzia, la Bosnia, la Slovacchia ad offrire alle aziende venete, in particolare del nordest, a trasferirsi offrendo opportunità fiscali agevolate al fine di abbattere i costi al prodotto finito. Ci sono anche le regioni autonome come Trentino, Bolzano, Friuli. E’ di questi giorni che il governatore della Carinzia ha confermato al presidente del Veneto di aver rinunciato ad proporre agevolazioni per nuovi insediamenti stranieri. Quello del trasferimento di stabilimenti veneti all’estero attratti da regimi fiscali decisamenete più agevolati è da anni che agisce senza gradne propagande ma è un dato di fatto. In Italia non è un problema di oggi: le tasse ci sono sempre state e anche alte per cui l’offerta all’imprenditore di poter produrre a minor costi per poter competere con i mercati resta in piedi, eccome. Il problema è sempre attuale: sono le aziende, già in difficoltà, a cercare di delocalizzare per poter produrre, risparmiando. Cgia di Mestre, Confindustria e altre associazioni produttive lo hanno da tempo fatto presente, ma nel nostro Paese l’imposizione fiscale resta sempre alta e i margini son troppo stretti; le associazioni produttive continuano a sperare in una svolta, una riduzione del cuneo fiscale che consenta davvero la ripresa produttiva.