Le banche hanno sempre fatto affari, sono nate per questo, e dagli omaggi ai clienti affezionati o benestanti si è arrivati che hanno fatto pagare all’utenza anche la sola telefonata urbana, o per la spedizione postale degli estratti conto, per non parlare di interessi e altre spese di competenza. Da qualche anno i depositi o altre operazioni si sono ridotti (crisi o colpa dell’eurozona), sta di fatto che gli istituti reggono, cercando di risparmiare anche sul personale e riducendo le filiali. Il motivo è quello di esaltare l’ innovazione, la realtà è ridurre dappertutto e mantenere sani i bilanci. Ad esempio, dal 22 luglio la Banca Marca BBc di Montebelluna, Oderzo (entrambe in prov. di Treviso) e Porcia (Pordenone) introduce l’impiegato virtuale. Di che si tratta? Il cliente si siede al tavolo e conversa in videoconferenza con un addetto (uomo o donna). Chi avrà bisogno di servizi bancari ordinari dovrà solo premere un campanello e attendere la risposta dell’operatore fisicamente non presente, mettersi davanti ad un monitor per dialogare con un bancario (che si trova in altra zona o filiale). Esposto il problema o la necessità, si darà via all’operazione richiesta dal cliente (nella foto arch. di videoconferenza). Anche questa è una innovazione, bisognerà abituarsi; i moduli, forse, sono destinati a sparire, visto che da non molto è stata anche introdotta la firma digitale. I vari istituti stanno gaurdandosi attorno a chi fa meglio: si vedrà in seguito. Intanto, bisogna vedere coime il pubblico accetta il nuovo servizio.
IN 3 FILIALI DI BANCA BBC DEL NORDEST SI SPERIMENTA L’IMPIEGATO VIRTUALE
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