“Dobbiamo tagliare il cuneo fiscale e l’Iva, ma da subito è meglio la seconda”: lo ha detto Giuseppe Bortolussi (nella foto), nella sua veste di segretario generale della Cgia (artigiani) di Mestre, una struttura che da tempo si è dotata di un Centro studi che prende in esame le varie problematiche del Paese (fisco, costo della vita, ecc.) e lancia molto spesso delle proposte, con dati molto attendibili. Dall’inizio della crisi alla fine del 2012 i consumi dei beni durevoli (auto, moto, arredo, elettrodomestici bianchi/neri, etc.) sono crollati: -23,7%. Anche per questo bisogna scongiurare l’aumento dell’Iva. Perché, nell’immediato, sarebbe preferibile evitare l’aumento dell’Iva anziché alleggerire il cuneo fiscale come chiede qualcuno? Premesso che tra i Paesi Ocse ve ne sono ben 5 (tra i quali Francia, Germania ed Austria) che evidenziano un cuneo fiscale più pesante di quello italiano, dal 2012 il nostro ha cominciato a diminuire grazie agli sgravi sull’Irap introdotti dal Governo Monti. Si tratta di una misura che a regime varrà 3 miliardi di euro. Inoltre, la Legge di stabilità, approvata nel dicembre del 2012, ha elevato ulteriormente questi vantaggi economici, riducendo il cuneo fiscale di altri 862 milioni di euro. Effetti che si faranno sentire sui bilanci delle imprese a partire dal 2014. “Ora – ha sostenuto Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – tutti siamo d’accordo che anche il costo del lavoro deve diminuire, e di fatto, come abbiamo dimostrato, sta già avvenendo. Pertanto, vista la ristrettezza dei tempi e la scarsità delle risorse a disposizione, è necessario far slittare l’aumento dell’Iva almeno fino alla fine dell’anno, dando la possibilità al Governo di trovare in sede di presentazione della prossima Legge di stabilità le risorse necessarie per evitarne l’aumento nel 2014 e per ridurre ulteriormente il cuneo. Ricordo – ha concluso Bortolussi – che questa è una crisi dettata dal crollo dei consumi: dal 2007 al 2012 quelli delle famiglie sono scesi del 5,1% e quelli durevoli del 23,7%. Se dal primo luglio aumenterà l’Iva dal 21 al 22%, non è da escludere, visto il perdurare di questa situazione di crisi, che la spesa delle famiglie diminuirà ulteriormente, con effetti molto pesanti soprattutto per le casse di artigiani e commercianti che vivono quasi esclusivamente di domanda interna”.
CRISI E TASSE. MEGLIO TAGLIARE L’IVA PRIMA DEL CUNEO FISCALE. LA PROPOSTA E’ DELLA CGIA DI MESTRE
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