Con esperti nazionali e stranieri e rappresentanti della Commissione Europea si è svolto in Confindustria Venezia il workshop dal titolo “L’idrogeno per applicazioni marittime e portuali”, con l’obiettivo di fare il punto sulle tecnologie a disposizione. Ad aprire i lavori è stato il neo presidente degli industriali veneziani Matteo Zoppas: la nostra organizzaione è stata apripista a livello nazionale nel campo delle attività di ricerca dedicate alle applicazioni dell’idrogeno, contribuendo, già 10 anni fa, alla creazione di Hydrogen Park. «Oggi, le tecnologie legate all’idrogeno sono sempre più vicine all’entrata effettiva nei mercati; in particolare nel settore della mobilità marittima, del trasporto su gomma ma anche nel campo delle bonifiche. Purtroppo, la scarsità delle risorse destinabili alla ricerca e sviluppo a causa della crisi contribuisce a rallentare il processo di industrializzazione e di abbattimento dei costi di produzione di questi prodotti, che faticano a divenire competitivi rispetto alle soluzioni “sporche” legate ai combustibili fossili». «Inoltre» – ha concluso in Italia manca ancora una strategia condivisa tra pubblico e privato che dia sicurezze ai possibili investitori nel settore, occorre al più presto cambiare marcia per non perdere ulteriore terreno rispetto ai competitor internazionali». A margine dell’evento l’assessore regionale ai trasporti Renato Chisso ha sottolineato come dal 2005 la Regione Veneto ha sostenuto un percorso di innovazione e ricerca sul tema idrogeno, con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma con il Ministero dell’Ambiente per un Distretto dell’Idrogeno a Marghera: «Nell’ambito della riconversione di Porto Marghera è necessario e non procrastinabile soddisfare un fabbisogno energetico sostenibile e un supporto alla vocazione dell’area come luogo di ricerca. Per una città anfibia come Venezia la ricerca di nuove modalità di propulsione per il movimento delle merci è la sfida da affrontare nel prossimo futuro». Chisso ha auspicato che è che lo scambio di informazioni sulle tecnologie pulite per applicazioni marine consenta la formazione e la crescita di una rete tra esperti per un’azione comune che individui soluzioni pratiche ed economicamente sostenibili per consentire investimenti in questi settori. Altri interventi sono stati fatti dall’europarlamentare Lia Sartori (il nuovo programma Horizon2020 abbatterà ulteriormente la soglia che ci siamo posti e faciliterà forme di mobilità per merci e persone sia su rotaia sia acquei», a seguire da Raffaele Zanon , presidente di Veneto Innovazione ( non c’è solo Venezia, c’è anche il Porto di Chioggia e una fitta rete di fiumi navigabili. Vorremmo offrire alla nostra regione l’opportunità di intraprendere sinergie con altre città europee che hanno sviluppato importanti progetti di mobilità sostenibile in acqua. Il Comune di Venezia sta scrivendo il futuro Piano della Mobilità – ha aggiunto Zanon – nel quale intendiamo introdurre l’uso dell’idrogeno per il trasporto. Il nostro scopo ultimo è fare di Venezia una sorta di faro della mobilità sostenibile per i centri urbani in Italia». A concludere i lavori il presidente di Hydrogen Park Adriano Pinelli (grazie all’Accordo di programma per l’idrogeno a Porto Marghera a cominciare dal 2005 sono stati realizzati nove progetti di ricerca relativi alle applicazioni dell’idrogeno, tre dei quali in via di completamento». Come ricordato, tali progetti sono stati sviluppati dalle imprese attive nell’area industriale – Enel, Sapio, Venezia Tecnologie – e hanno consentito di raggiungere importanti risultati sia nel settore delle applicazioni stazionarie, con la turbina a idrogeno di Fusina, sia nel settore della mobilità acquea, con la realizzazione di una delle prime imbarcazioni al mondo che utilizza esclusivamente celle a combustibile e idrogeno stoccato a bordo, fino alla sperimentazione di processi di bonifica dei terreni e delle falde acquifere attraverso l’utilizzo di miscele gassose contenenti idrogeno.