Prima indagine sulle cremazioni in Trentino, redatta dal Consorzio dei comuni. In essa si segnala che almeno il 30% dei decessi arriva alla cremazione. Dai promotori è stato detto che si è arrivati a conoscere questa situazione al fine di poter modulare il fabbisogno futuro delle sepolture. Come nel resto del Paese, i cimiteri in genere non si ampliano, la concessione municipale dei loculi una volta era perenne, poi ventennale, poi ancora cambiata, anche per 10 anni. La necessaità è la rotazione del “caro estinto”. Le soluzioni solitamente sono di tre tipi: necessità di reperire nuovi spazi per la sepoltura, costruzione di ossari o cellette, e aree specifiche in ogni camposanto per la conservazione delle ceneri. Il questionario è stato compilato dai servizi mortuari di 217 comuni. Dalla scheda emerge che nel 2012 su 4.744 decessi in Trentino sono state cremate 1.431 salme. Per quanto riguarda le ceneri derivanti dalle cremazioni, 786 sono state tumulate in loculo celletta o tomba di famiglia, 191 conservate in area in concessione, 180 custodite in campo comune, 155 oggetto di affidamento familiare, 12 disperse nella fossa comune; tra gli ulteriori dati, quelli riguardanti 96 persone morte e poi trasportate in altri comuni, su richiesta dei parenti. Le restanti 3.313 salme, pari al 70% dei decessi, sono state sepolte con metodi tradizionali.
DEFUNTI. 30 PER CENTO DI RICHIESTE DI CREMAZIONE IN TRENTINO
Stampa articolo