Gli antichi campioni di funghi conservati nell’erbario micologico Saccardo, risalenti a circa un secolo fa, analizzati con le più moderne tecniche di sequenziamento del DNA. È stato questo lo scopo dell’ambizioso lavoro che ha visto protagonista l’Orto botanico dell’università di Padova. Il gruppo di ricerca, guidato dal prefetto dell’Orto, la professoressa Barbara Baldan, ha pubblicato la ricerca nella rivista internazionale Frontiers in Ecology and Evolution: risultati che permettono di riscoprire e valorizzare in chiave moderna i tesori conservati nell’erbario storico dell’Orto Botanico. Gioia Alfonsi, sul Bo Live, il gionale web dell’ateneo di Padova, ha scritto un testo. L’erbario micologico Saccardo è un’antica collezione di funghi provenienti da tutto il mondo e catalogati più di 100 anni fa dall’allora prefetto dell’Orto botanico, il professor Pier Andrea Saccardo. “La collezione Saccardo – ha spiegato l’autore della ricerca, Niccolò Forin, dottorando all’Orto botanico – ha un’importanza sia storica che scientifica e per questo è conosciuta in tutto il mondo”. La sua grande rilevanza è dovuta ai suoi 69.000 esemplari suddivisi in 18.500 specie, alcuni raccolti dallo stesso Saccardo altri inviatigli da colleghi e amici da tutta l’Italia e dall’estero. La ricerca, svolta all’interno dei nuovi laboratori dell’Orto, si è proposta l’obiettivo di estrarre e sequenziare il DNA ottenuto dai funghi antichi, dando la possibilità di assegnare a ciascun campione, oltre alla descrizione morfologica antica, una moderna caratterizzazione molecolare.
Il metodo messo a punto in questa ricerca si basa su una tecnica chiamata DNA barcoding che permette l’identificazione delle specie biologiche tramite l’utilizzo di sequenze di DNA. “Le sfide nell’ottenere dei risultati con questa tecnica non sono state poche”, ci ha detto l’autore, “sfortunatamente gli antichi campioni micologici possedevano parte del DNA deteriorato o contaminato, processi dovuti al tempo e alla modalità di conservazione”. Nonostante queste problematiche, i ricercatori sono riusciti ad analizzare, attraverso le più moderne tecniche di sequenziamento del DNA, 23 campioni della collezione, precedentemente assegnati al genere Peziza. I risultati hanno permesso di catalogare in modo appropriato, considerando anche le numerose specie presenti oggi rispetto ad un secolo fa, i 23 campioni micologici dell’erbario, affinando una tecnica molecolare aggiuntiva e complementare alle analisi morfologiche di Saccardo, consentendo la giusta catalogazione degli antichi campioni micologici. Questa ricerca può essere considerata una vera risorsa perché la tecnica potrebbe essere applicata a tutte le specie della collezione Saccardo, aumentando notevolmente i dati che si hanno a disposizione sulle specie di funghi esistenti. Alcuni studi dimostrano, infatti, che solo l’1% delle specie micologiche totali sono state oggi effettivamente riconosciute: questo progetto permette di ottenere nuove informazioni molecolari delle specie presenti nel prezioso erbario, contribuendo notevolmente a stimare la vastissima biodiversità micologica: un obiettivo che potrà essere raggiunto con successo grazie al lavoro congiunto tra i micologi e botanici del passato e le moderne e innovative tecniche molecolari di sequenziamento del DNA.
Nella foto: dall’erbario personale di Pier Andrea Saccardo: cartellino con disegni autografi associato a campione di fungo. Fonte: Erbario Museo Botanico (coll. Saccardo).
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