Convegno “Sentinelle del territorio” svoltosi a Chies d’Alpago (Belluno). Partendo dal tema del convegno, dedicato al monitoraggio con droni ad energia solare per il controllo dell’ambiente e per il loro utilizzo in protezione civile, l’ass.veneto Gianpaolo Bottacin ha ricordato che “in Veneto ci sono ben 9516 frane censite, fra cui la più grande d’Europa, quella del Tessina, quindi ogni forma sperimentale che porti a maggior sicurezza per il territorio è la benvenuta”. L’assessore ha esposto i dati sull’impegno della Regione Veneto, che ha un piano da 2,7 miliardi di euro per la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista idraulico e geologico. “Questa cifra importante non può tuttavia essere sostenuta dal Veneto senza un intervento statale, visto che – ha ammonito Bottacin – l’81,5 % delle tasse vengono incamerate proprio dallo stato”. “Noi siamo sul pezzo, con idee molto chiare in merito e con quasi un miliardo di opere che potrebbero essere subito cantierate. Ciò che ci preoccupa sono le ultime notizie. Nei giorni scorsi l’unità di missione della Presidenza del Consiglio per il contrasto al dissesto idrogeologico ci ha infatti spiegato che dei 5,7 miliardi di euro a disposizione, la gran parte è destinata al Mezzogiorno. Ora, attraverso finanziamenti Bei, lo Stato sta chiedendo ulteriore 1,8 miliardi per il centro-nord”. “Ma come? Si è chiesto Bottacin – al nord abbiamo le Alpi, le Dolomiti, la parte iniziale degli Appennini, i grandi laghi e i fiumi più importanti ciononostante, si pensa di dedicare alla prevenzione del rischio idrogeologico un terzo delle risorse a sud, un’ area che ha i suoi problemi, in cui i pericoli in materia sono però certamente minori?”. “Complice la burocrazia europea – ha aggiunto l’esponentedella Regione Veneto – spesso ancor peggiore di quella romana, negli ultimi anni si è sviluppata sempre di più un’ idraulica lontana dalla realtà e dalle necessità, fatta di soluzioni concertate, sacrifici distribuiti e così via, portando in molte occasioni alla paralisi più assoluta senza attuare interventi giudicati politicamente scomodi, ancorché necessari. Ma – ha insistito l’assessore – giova ricordare che l’idraulica e i dissesti seguono solo ed esclusivamente le leggi delle fisica. Ecco che allora serve più coraggio da parte della politica e degli amministratori. Coraggio di fare ciò che serve per la sicurezza e a volte coraggio di saper dire di no di fronte a richieste di urbanizzazione che potrebbero rivelarsi deleterie se non fatali. Su questi concetti non intendiamo indietreggiare di un solo passo – ha concluso Bottacin – e continueremo a battere il chiodo per ottenere le risorse necessarie per la sicurezza del Veneto, avendo il peso del nostro contributo economico alla causa statale che vale ben 20 miliardi di euro annui”.