Chissà veramente che quelle tanto documentate foto e numerosi video di tv di mezzo mondo sulle grandi navi da crociera che da anni hanno attraversato il bacino di San Marco e il canale della Giudecca, all’ombra – si fa per dire – dei palazzi veneziani, restino solo un ricordo, una testimonianza da album deu ricordi su quanto è stato oggetto di pericolo, anche per gli abitanti del centro storico (una errata manovra tecnica od umana avrebbe potuto devastare con la prua dell’unità in transito le fondamenta che proteggono le abitazioni del centro storico con danni a cose e persone. Tutti hanno rischiato. Ed è andata bene). Dunque,dopo tante discussioni, ritardi, proteste, ecco arrivare, anche un pò in sordina, un accordo tecnico al Mit (Ministero dei trasporti e infrastrutture) in cui però non è stato ben chiarito il destino delle grandi navi che quasi giornalmente entrano a Venezia, portando migliaia di passeggeri-turisti. In una nota è appena spiegato che durante l’incontro si è registrata “unità di intenti sulla necessità di spostare le grandi navi fuori dalla laguna”. Fin qui la cronaca. Sta di fatto che secondo alcuni commentatori, il senatore-ministro con le compagnie abbiano trovato una soluzione che sposta all’ingresso della laguna il traffico diportistico che collocava nel 2017 Venezia al secondo posto in Italia, dopo Civitavecchia, con un milione e 427 mila passeggeri e 466 “toccate nave”. Sempre da fonti marittime veneziane e dalle associazioni “No grandi navi” c’è stata questa interpretazione: cioè con tale accordo tecnico si vorrebbe appoggiare il progetto off-shore, che punta a fermare le navi al Lido. Diverso è invece l’orientamento del Comune di Venezia, ribadito anche dalle compagnie di crociera in un incontro con il sindaco Luigi Brugnaro (12 febbraio): esso punta a trasferire il traffico crocieristico più imponente a Marghera, che si trova sempre in Laguna. Appare evidente, sempre stando ai commentatori e politici locali, che la materia continua a stare nell’ambiguo e anche nel contenzioso. Ed è stato ricordato che il decreto Passera-Clini data 7 anni ormai; esso aveva previsto l’estromissione dei “colossi” dalla principale arteria d’acqua nel centro storico di Venezia. Ma da allora non è cambiato nulla o ben poco. Il risultato dell’incontro di Brugnaro con le compagnie era stato che queste ultime avevano confermato i loro piani, che prevedono il transito davanti a San Marco, per tutto il 2019. Un altro anno senza che nulla sia cambiato. Il sindaco Brugnaro ha confermato che il suo programma elettorale prevedeva di mantenere nello scalo più interno di Marittima l’attracco delle navi più piccole e lo scavo del canale Vittorio Emanuele III per far entrare le navi più grandi dalla bocca di Porto di Malamocco e consentire ad esse, attraverso il canale dei Petroli, di arrivare a Marghera. Ma nei giorni scorsi ha dichiarato: “Questo silenzio ministeriale non mi piace. Noi abbiamo fatto tutto il possibile e abbiamo portato un progetto fino al Comitatone, ma dal ministero non rispondono più”. L’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale ha da tempo inviato a Roma tutti i 14 progetti su cui si è discusso in questi anni. Ma il ministro non ha ancora deciso e sembra intenzionato ad andare oltre la decisione del Comitatone. Il progetto di tenere le navi assolutamente fuori dalla Laguna ha quale rigido sostenitore il Movimento “No Grandi Navi” che da anni conduce in ogni occasione una ferrea tutela dell’ecosistema. (foto d’arch.su transito grande nave crociera lungo San Marco-Giudecca).
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