“La vedova allegra” alza il sipario del teatro Filarmonico di Verona domenica 17 dicembre (15.30) in occasione della stagione 2017/2018 della Fondazione Arena di Verona. La superconosciuta operetta in tre atti di Franz Lehár sarà riproposta fino alla notte di San Silvestro, per festeggiare con una musiche e balli l’arrivo dell’anno nuovo. Le repliche sono 6. In questa edizione, la regia è ripresa da Federico Bertolani e le coreografie da Cristina Arrò. Nei panni di Njegus ancora la popolare comica Marisa Laurito, alle prese con le furberie del ruolo e le trovate più esilaranti. L’allestimento della Fondazione Arena, che ha debuttato al Filarmonico nel febbraio 2005 e da allora ha sempre riscosso successo di pubblico, porta la firma di Gino Landi per regia e coreografia, Ivan Stefanutti per le scene e William Orlandi per i costumi. Il giovane direttore spagnolo Sergio Alapont è il direttore dell’orchestra areniana, il coro preparato da Vito Lombardi, il ballo coordinato da Gaetano Petrosino e le grandi voci soliste. “La vedova allegra” (Die lustige Witwe) oltre ad essere ancora la più celebre delle operette è stata uno dei più grandi successi viennesi del XX secolo e può essere considerata un’importante chiave di lettura del genere nel suo complesso. La vicenda è tratta da L’attaché d’ambassade, commedia del 1861 di Henri Meilhac, uno dei più grandi librettisti di Jacques Offenbach, e messa in libretto da Victor Léon e Leo Stein che affidano la stesura della partitura a Franz Lehár.  La prima rappresentazione è stata a Vienna il 30 dicembre 1905 sotto la direzione dello stesso compositore suscitando nel pubblico un enorme entusiasmo tanto che il titolo è rimasto in cartellone per mesi, con il tutto eaurito. Tradotta in ben 25 lingue, “La vedova allegra” è stata oggetto di diverse trasposizioni cinematografiche.

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