“È il giusto e meritato riconoscimento a un’arte antica, che è simbolo di Napoli e dell’Italia nel mondo. Comincia una nuova storia, tutta da scrivere, di cui noi facciamo e faremo parte sempre più orgogliosamente”. Così il presidente del Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana Dop, Domenico Raimondo, ha commentato l’inserimento dell’arte del pizzaiolo napoletano nel patrimonio culturale dell’umanità da parte dell’Unesco. “La mozzarella di bufala campana Dop – ha aggiunto Raimondo – è indissolubilmente legata alla pizza per tradizione e cultura. Inoltre, l’utilizzo del nostro prodotto è previsto nel disciplinare di produzione della pizza verace napoletana. Questo successo testimonia che quando l’Italia riesce a fare davvero sistema sa cogliere importanti traguardi. Da Seul arriva anche la conferma che la pizza deve restare un piatto popolare. Un plauso incondizionato va alle istituzioni, alle associazioni e soprattutto ai tantissimi pizzaioli, sempre più preparati, che ci hanno creduto sin dall’inizio. Tutti insieme hanno firmato una straordinaria pagina che sa di futuro”. “E’ per me davvero una grande soddisfazione apprendere che l’Unesco ha inserito l’arte dei pizzaiuoli napoletani nella lista dei beni immateriali dell’umanità. Un riconoscimento che assegna piena e totale dignità a un prodotto fortemente identitario, simbolo di una gastronomia la cui genuinità si basa sui prodotti tipici del territorio”. Con queste parole, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che nella sua veste di Ministro delle Politiche Agricole avviò l’iter nel 2009, commenta la decisione assunta dall’Unesco. “La mia soddisfazione è doppia – ha proseguto Zaia – perché, consapevole del patrimonio culturale e umano sotteso a questo straordinario prodotto, nel 2009, da Ministro, istituii una task force, un gruppo di lavoro, per avviare il processo per il riconoscimento. Furono gli stessi pizzaiuoli napoletani – ricorda il Governatore del Veneto – a chiedermi un incontro da Ministro dell’Agricoltura, dicastero che lasciai nel marzo 2010, per supportare un riconoscimento internazionale al loro mestiere. Nel gennaio 2010 – ha detto ancora Zaia – incontrai tutte le componenti napoletane peer avviare l’elaborazione del dossier, con il coordinamento del professor Pier Luigi Petrillo, che a marzo presentai alla Commissione Nazionale Unesco per l’iscrizione nella ‘Tentative List’, la lista d’attesa nazionale”.