Non più controlli fiscali, soprattutto a quelli di massa. Meglio, invece, fornire assistenza preventiva e autoadempimento. E’ questo l’obbiettivo che si vogliono dare sia l’Agenzia delle entrate e il Ministero dell’economia. A chiederla è stato Enrico Maria Ruffini, nuovo direttore dell’Agenzia delle entrate ed ex Ad di Equitalia. Lo ha reso noto, tra gli altri, la Cgia di Mestre (ass.artigiani e piccole imprese). I controlli – questo l’orientamento del direttore Ruffini – non possono essere la base fondante del Fisco. In passato personale dell’Agenzia ha recuperato sì soldi ma non hanno contrastato efficacemente l’evasione, tanto che il tax Gap (divario tra quanto c’è di evasione e quanto riesce a essere recuperato) è rimasto invariato. Ecco perchè si fa sempre più spazio l’attività di compliance, cioè l’inoltro di letterine per ricordare agli ‘smemorati’ di pagare le tasse: sono state 700 mila quelle spedite nel 2016, con il risultato di aver recuperato almeno 300-400 milioni. Va ricordato che si era al tempo della Lady Fisco, cioè di Rossella Orlandi la quale ha dovuto lasciare la carica di direttore dell’Agenzia delle entrate per far posto al nuovo responsabile Enrico Maria Ruffini, come proposto dal ministro delle finanze e tesoro. Orlandi (che per contropartita non ha accettato un incarico al ministero) è stata nominata vicedirettore del catasto, su decisione del «Comitato di gestione» dell’Agenzia delle Entrate, un organismo di vertice presieduto dalla stessa direttrice uscente. In pratica, l’incarico ricoperto fino a pochi mesi fa da Gabriella Alemanno, che si è dimessa quando è stata rinviata a giudizio per abuso d’ufficio.

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