In questo periodo dell’anno che vede la presentazione della dichiarazione dei redditi dei cittadini appaiono evidenti le scomode difficoltà d’immagine, o peggio, verso il contribuente da parte dell’Agenzia delle Entrate, grande rete di raccolta di fondi che alimenta le casse dello Stato, per aver avviato accertamenti su contribuenti sconosciuti al fisco o infedeli o per comminare sanzioni che, spesso, hanno importi molto alti, altissimi in vari casi, e quindi mettono in fibrillazione il cittadino onesto – vale a dire quello che ha sempre pagato le imposte – o colui che per cause diverse ha avuto la sfortuna di essere oggetto di accertamento per campione o per sospetta di evasione o altro ancora. Sì, perchè oltre al tributo non pagato, l’Agenzia applica – sempre per legge – una penale alta, assieme agli interessi maturati. Per dare comunque un segnale “benevolo” si è deciso di recente di agevolare il contribuente riconoscendogli la rateizzazione del debito. Il discorso si fa più complesso per le attività commerciali, le imprese e altri soggetti, tipo Iva. Ramo operativo dell’Agenzia, che ha tutti i mezzi tecnologici per confronti incrociati, è la GdF che ha compiti ben definiti. Da parte delle direttrice nazionale dell’Agenzia, Rossella Orlandi, 50 anni, di Empoli e laureata in giurisprudenza a Firenze, e scelta dal premier per questo incarico, si cerca di non commentare quei casi di funzionari “caduti in basso”, lasciando alla magistratura di svolgere il compito di sua spettanza, con il tradizionale commento “chi ha sbagliato pagherà”. Le cronache – o anche per chi segue la trasmissione di Striscia di Canale 5 – ricordano che la Orlandi ha avviato procedure legali con i responsabii di quella tramissione dopo che si erano occupati di proporre servizi tv su accertamenti immobiliari demaniali definiti esagerati, fatti che sono stati smentiti o chiariti e documentati da note ufficiali dell’Agenzia. Ma le cronache, da dicembre scorso a questi ultimi tempi, hanno registrato casi non certo edificanti da parte di dirigenti o dipendenti che non hanno rispettato il loro ruolo e compito. Ad Asti, ad esempio 13 dipendenti sono stati accusati di truffa per timbrature anomale; e prima ancora, ad Agrigento, il direttore e un funzionario sono stati arrestati. Poi, a Pescara è finito sotto inchiesta il dirigente dell’agenzia territoriale per corruzione. Non si sa se l’elenco si è allungato o se analoghe “mancanze” sono state pubblicate solo nelle cronache locali: “le mele marce comunque sono dappertutto”.