Nello stipulare il contratto di locazione, il locatore può decidere di avvalersi della cosiddetta cedolare secca, ovverosia di un particolare regime facoltativo di tassazione, che comporta il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali per la parte derivante dal reddito dell’immobile. L’aliquota fissa prevista per la cedolare secca e sostitutiva delle altre tasse, più nel dettaglio, è pari al 21% per i contratti 4 più 4 a canone libero e al 10% per i contratti 3 più 2 a canone concordato. Lo ha segnalato l’Ass. difesa consumatori (Adico) di Mestre, sulla base dello studio Cataldi (foto). L’opzione per la cedolare secca, che va necessariamente comunicata dal proprietario all’inquilino, comporta anche degli indubbi vantaggi per quest’ultimo. Innanzitutto, chi prende in locazione un immobile con un contratto con cedolare secca ha la certezza che, fintanto che opererà tale forma di tassazione, l’importo del canone dovuto non subirà alcuna modifica. Infatti, l’opzione per il regime della cedolare secca comporta l’espressa rinuncia, da parte del locatore, ad ogni aggiornamento del canone, compresi gli aumenti Istat, per tutta la durata della locazione e anche se l’aggiornamento era stato espressamente pattuito in contratto. Inoltre, la cedolare secca comporta un abbattimento dei costi complessivamente sostenuti dall’inquilino per il contratto di locazione. Tale forma di tassazione, infatti, non solo è sostitutiva, come detto, dell’Irpef e delle relative addizionali, ma esonera anche dal pagamento dell’imposta di bollo e dell’imposta di registro, anche sulle risoluzioni e sulle proroghe del contratto di locazione. L’imposta di registro resta solo in caso di cessione del contratto stesso. Di conseguenza, considerato che generalmente dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo si fanno carico, al 50% ciascuno, sia il locatore che il conduttore, quest’ultimo con la cedolare secca, risparmierà quanto dovuto normalmente a tale titolo. Ricordiamo, a tale proposito, che l’imposta di registro è pari al 2% del canone annuo per ogni annualità del contratto e che l’imposta di bollo è pari a 16 euro ogni 4 facciate o ogni 100 righe di contratto. Questo risparmio di spesa opera anche in favore del proprietario di casa e proprio in tale circostanza può essere ravvisato un ulteriore vantaggio per l’inquilino connesso all’opzione per la cedolare secca: la possibilità di convertire il risparmio economico del proprietario in una riduzione del canone di locazione, facendosi carico di suggerire al locatore la scelta per tale regime particolare di tassazione. Per ulteriormente chiarire va detto che se il proprietario di casa non prende l’iniziativa di scegliere per la cedolare secca, l’inquilino potrà consigliargli l’opzione evidenziando i risparmi dalle tasse e chiedendo, proprio in ragione di tali risparmi, uno sconto sull’affitto.