Una nuova via è stata intitolata a Hrayr Terzian, medico neurologo e primo rettore dell’Università di Verona; la targa (nella foto) è stata posta in occasione del 33° anniversario della nomina di Terzian a rettore dell’ateneo, nel 1983, l’anno successivo al riconoscimento dell’autonomia dell’Università di Verona, avvenuta con il distaccamento dall’ateneo patavino nel 1982. Presenti alla cerimonia il Sindaco Flavio Tosi, il rettore Nicola Sartor, il vice presidente della Provincia Andrea Sardelli, l’assessore ai servizi demografici Alberto Bozza, la presidente della prima Circoscrizione Daniela Drudi, il presidente dell’Unione degli Armeni d’Italia Minas Lourian, l’autrice delle memorie biografiche di Terzian Antonia Arslan, la vedova di Terzian Giuliana Ferri, con la figlia Emanuela, oltre a numerosi rappresentanti delle istituzioni civili e religiose cittadine.
“La scelta di dedicare una via, all’interno di quello che sarà il campus della nostra Università, a uno dei padri fondatori del nostro prestigioso ateneo è più che mai appropriata – ha detto il Sindaco – un riconoscimento doveroso anche nei confronti della comunità armena presente a Verona e in Italia, una comunità che mantiene salde le proprie radici e, nonostante le vicissitudini passate, ha saputo imporsi per capacità ed intelligenza”. Il rettore Sartor ha espresso “gratitudine all’Amministrazione comunale per aver proposto questa intitolazione che onora la nostra Università e testimonia il l’interazione e la positiva collaborazione tra l’ateneo e la città”. Sartor ha ricordato Hrayr Terzian come “un rettore che ha investito completamente la propria energia, il proprio entusiasmo e la propria lungimiranza a servizio dell’Università, facendola decollare verso quei progressi che fanno del nostro ateneo un punto di riferimento a livello nazionale”. Hrayr Terzian nacque ad Addis Abeba il 18 agosto 1925. Fu medico neurologo, professore di clinica neurologica, nonché direttore dell’istituto di neurologia. Figlio di armeni rifugiati in Etiopia durante la prima guerra mondiale in seguito al massacro e alla cacciata che la popolazione di quell’etnia subì dai turchi, ancora adolescente si trasferì in Italia per studiare presso il Collegio degli armeni a Venezia. Nel 1948 si laureò a Padova e iniziò a frequentare la clinica neurologica diretta da uno dei maggiori neurologi del Novecento, Giovanni Battista Belloni. La sua preparazione scientifica si arricchì a Londra nel reparto neurologico del National Hospital, a Marsiglia, dove apprese le frontiere più avanzate della neurofisiologia mondiale. La sua carriera universitaria iniziò a Padova come assistente, poi professore a Cagliari nel 1966 per approdare a Verona nel 1970 quando la facoltà di medicina era ancora un distaccamento dell’ateneo patavino. Fu insignito di alcuni premi, ottenne la presidenza della Società italiana elettroencefalografia e di neurofisiologia (1965 – 1968), fece parte – nel comitato scientifico – di importanti riviste internazionali. Nei diciotto anni della sua direzione, l’istituto di neurologia di Verona ha raggiunto una strutturazione moderna ed efficiente, acquisendo capacità di elaborazione culturale e di ricerca, che ne hanno permesso l’affermazione in ambito nazionale e internazionale; fu tra i primi a riflettere sulla gravità del fenomeno della tossicodipendenza, analizzandone cause e conseguenze sociali e organizzando in Clinica un centro di studio e assistenza per tossicodipendenti. Fu uomo attento agli aspetti sociali e politici della pratica medica; fondamentale fu l’incontro con Franco Basaglia con cui lavorò per la riforma della moderna psichiatria, ponendo al centro dell’agire medico il rispetto per il malato. Quando, nel 1982, l’Università di Verona divenne autonoma, ne fu il primo Rettore, capace di una visione progettuale della ricerca che fece la fortuna del neonato Ateneo. All’inaugurazione del primo anno accademico chiese ed ottenne la presenza di Sandro Pertini, allora Presidente della Repubblica.