A Venezia, dal 15 al 18 settembre, la Decima edizione di “1001VELAcup” la famosa regata tra università con imbarcazioni a vela progettate e costruite dagli studenti universitari. Dieci atenei con i loro sailing team a supporto di 15 imbarcazioni, tipo skiff, di 4,60 metri con 33 mq di vela ciascuna, si sfideranno in quello che ormai è diventato l’appuntamento fisso per quegli atenei che nella ricerca applicata e nell’innovazione credono ed investono seriamente. I primi prototipi hanno girato tra le boe a largo di Monte Argentario, nel 2007. Allora l’iniziativa didattico-sportiva si chiamava “1001vela per l’Università”. Ideata dagli architetti Massimo Paperini e Paolo Procesi nel 2005 questa iniziativa si è strutturata come associazione no profit nel 2011 con il nome abbreviato con cui veniva chiamata dai partecipanti cioè “1001VELAcup”. Sostenuta negli anni da diversi atenei italiani (Universtà di Roma Tre, Palermo, Polo Universitario Marconi della Spezia, Università di Bologna, Università di Padova) e da prestigiosi circoli velici (Yacht Club Santo Stefano, Circolo della Vela Sicilia, il circolo velico della Marina Militare – Comando Alto Tirreno, Club NauticoRimini, Compagnia della Vela di Venezia) 1001VELAcup ha visto un crescendo di adesioni, di partecipanti e di prototipi realizzati che l’anno portata a avere la partecipazione di 16 università tra italiane ed estere ed ha visto la realizzazione, ad oggi, più di 34 imbarcazioni. Queste imbarcazioni per partecipare alla regata di Venezia devono sottostare ad un regolamento di classe, redatto dall’arch. Massimo Paperini, che viene aggiornato ogni anno, di concerto con gli atenei, per continuare a stimolare la progettazione sia sul piano dell’innovazione che su quello della sostenibilità ambientale. E’ previsto infatti che i materiali utilizzati siano biocompatibili e riciclabili. Così per spingere le prestazioni al massimo, sono apparsi scafi in composito di lino, canapa, sughero, per il quale sono state utilizzate resine “bio”, derivate da frumento e anacardo, e relizzate appendici e timonerie rinforzate con fibra di basalto. Si sono viste architetture avveniristiche con barche strettissime munite di foils, come per gli aliscafi, per far “volare” letteralmente le barche sull’acqua, non sono nemmeno mancate vele alari, con un’ efficienza aerodinamica del 30% maggiore all’equivalente vela tradizionale, e sono state sperimentati metori di ricerca che prevedono dispositivi di rilevamento degli sforzi integrati negli scafi e negli armi. Insomma il regolamento R3 permette di mantenere la flotta competitiva anche rispetto alle ultime tendenze della nautica contemporanea. Ma la ricerca e l’innovazione non finiscono qui: per la progettazione e la realizzazione le università adottano sistemi computerizzati di altissimo livello, svolgono prove in vasca navale ed in galleria del vento per mettere a punto scafi e velature sempre più performanti. “1001VELAcup” non è solo barche e competizione, è anche scambio e condivisione dei risultati, attraverso l’organizzazione di convegni, mostre e pubblicazioni, tra le diverse esperienze universitarie. In una nota è detto che partecipare a “1001VELAcup” è ancora oggi il modo più efficace per un ateneo di mettere in gioco le sue risorse sia che si tratti delle competenze dei suoi docenti sia che si tratti della passione che riescono a trasmettere ai loro studenti. Questa edizione eneziana vè stata resa possibile grazie al sostegno dell’ Università degli Studi di Padova, di Softech, distributore italiano del software PTC Creo, dell’acqua minerale Lauretana, di ParadisoMarmi srl, e di EDIL PiEmme ed è stato sviluppato con la collaborazione della Scuola Navale Militare “F. Morosini” e della Compagnia della Vela. L’evento ha il patrocinio del Comune di Venezia, della FIV Federazione Italiana Vela, dell’UCINA , Unione Cantieri Industria Nautica e Affini attraverso la campagna Navigar-m’è-dolce e, come media partner, Saily.it.