Demonstrators holding suitcases protest against the increasing number of tourists in Venice, Italy, Saturday, Nov.12. 2016. For decades, the number of Venetians have dwindled steadily and numerous factors are blamed _ high prices driven by a boom in tourism and the logistics of supplying a carless city and erosion by lapping waters among them. (ANSA/AP Photo/Luca Bruno) [CopyrightNotice: Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved.]

A Venezia-centro ed isole i residenti si sono “ridotti” a 55 mila; sono 363,5 mila in tutta l’area urbana (Mestre e frazioni di terraferma). E’ un dato preoccupante per una città che ogni anno è visitata da oltre 20 milioni di persone, turisti italiani e stranieri. Per dire no allo svuotamento di Venezia, oltre 500 veneziani hanno manifestato contro il progressivo spopolamento del capoluogo lagunare (nrlla foto). Molti partecipanti hanno portato valigie vere e proprie, altri le avevano di cartone o fatte in casa. Ad organizzare la manifestazione il sito ‘Venessia.com’, che da tempo lotta contro degrado, turismo selvaggio ed esodo dalla città, proponendo periodicamente momenti di aggregazione. Lugo della protesta pubblica il centrale Campo San Bortolomio e a Rialto, e proprio sul ponte è stato esposto lo striscione con lo slogan della manifestazione, ‘#venexodus’; poi armati di valigie e di cartelli con scritto ‘Io resisto’, ‘Non abbandoniamo la città’, si sono diretti in municipio dove una delegazione è stata riucevuta dalla giunta.Venexodus, la manifestazione pensata dall’associazione Venessia.com e alla quale hanno aderito decine di comitati cittadini, ancora una volta per chiedere all’amministrazione comunale politiche contro l’incessante calo di residenti a Venezia. Matteo Secchi, portavoce di Venessia.com ha spiegato i motivi della manifestazione: “Una provocazione ironica. Dopo la nostra scenetta sensibilizzatrice andremo all’attacco dell’amministrazione per chiedere politiche efficaci per la residenza e per chiedere che i propritari di appartamenti che affittano ai turisti paghino molte più tasse di chi affitta ai residenti, per agire sul mercato privato. Non politiche bolsceviche, ma un minimo di paletti ci vogliono. Usiamo l’ironia, noi non vogliamo andare via da Venezia”. La vicesindaco Luciana Colle, a nome dell’amministrazione comunale veneziana (ha aprtecipato anche lei al corteo) ha detto: “vogliamo difendere la presenza dei residenti a Venezia e dei giovani soprattutto. Siamo qui perché tutte le proposte che ci arrivano sono ben viste, ma prima di tutto deve esserci il lavoro. Il nostro impegno è a premere per leggi regionali e nazionali sul fronte del lavoro e del regolamento degli affitti turistici”. I problemi che rendono Venezia una città difficile da vivere non sono pochi: ad esempio, sono alti i prezzi dei generi alimentari, dei servizi pubblici (vaporetti) e della nettezza urbana (i residenti non devono pagare anche per i tanti turisti che ovviamente producono, non solo rifiuti; non ci sono appartamenti liberi per chi desidera abitare in città malgrado sia stato calcolato che almeno mille case di vari enti pubblci, privati e della diocesi, siano chiusi e bisognose di essere restaurate. Se questo dovesse essere realizzato ci sarebbero nuove proposte per giovani coppie e altre famiglie che hanno origini veneziane e che abitano attualmente in terraferma. Bisogna però che gli affiti sia calmierati o comunque accessibili. Sono alcune lampanti realtà su cui i residenti-manifestanti con le valigie hanno sollecitato le autorità comunali, ma non solo, ad intervenire, dopo tante promesse di personaggi che si sono avvicendati a guidare la città più amata al mondo. Sono loro a trovare quelle formule finanziare (con la legge speciale, ma non solo) per attivare un piano per sollevare Venezia da questo evidente e lento declino.

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