Alcuni resti ossei di ali di uccello ed una conchiglia ornamentale, provenienti da Grotta di Fumane, uno dei maggiori siti archeologici preistorici d’Europa inserito nel Parco Naturale Regionale della Lessinia (Verona), attualmente in concessione di scavo all’Università di Ferrara, oltre al resto di artiglio d’aquila rinvenuto a Grotta del Rio Secco durante le ricerche condotte da Unife, rappresentano il contributo italiano all’esposizione temporanea “Néanderthal. L’Expo” al Musèe de l’Homme di Parigi, inaugurata il 27 marzo e visitabile fino al 7 gennaio 2019. Secondo i due curatori scientifici, i proff. Marilene Patou-Mathis e Pascal Depaepe, questo progetto vuole fare il punto delle conoscenze su un nostro parente prossimo dell’Eurasia paleolitica. “Néandertal. L’Expo” introduce il visitatore negli scenari ecologici e negli ambienti domestici della vita neandertaliana, per poi presentare il protagonista attraverso i più importanti resti cranici esposti in originale e fonte di ispirazione per le ricostruzioni dell’anatomia, soprattutto facciale, che hanno solleticato l’immaginario collettivo sin dalla fine del secolo XIX. Le due sezioni che seguono toccano gli argomenti più sensibili: l’arte, l’ornamento e il rapporto con la morte, qui rappresentato da ispirazioni scenografiche basate sulle sepolture del grande riparo di La Ferrassie. La seconda parte del percorso espositivo si snoda lungo le scenografie dedicate alla scomparsa del Neandertal e al grande spazio che questa forma umana da sempre presidia nel nostro immaginario. Altro contributo italiano al progetto è rappresentato dalla ricostruzione della testa di Neandertal prestata dal Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso dell’Università di Torino. Il Musée de l’Homme vanta una tra le più ricche collezioni antropologiche e paleantropologiche al mondo.