Un marchio di qualità che certifica maneggi, ippovie e strade, parchi, agriturismi e ristoranti a misura di cavallo. È Horse Friendly, la prima certificazione eco-turistica per gli appassionati di turismo equestre che Fieracavalli lancia in occasione della sua 120/ma edizione, in programma alla Fiera di Verona fino a domenica, 28 ottobre. I protagonisti del progetto sono i cavalieri e la community che ruotano intorno alla rassegna veronese, chiamati a indicare e recensire sia le strutture di settore rivolte agli sport equestri, sia quelle turistiche attente al benessere del cavallo. Tutte le segnalazioni vengono valutate da un’apposita commissione formata da Fieracavalli e Progetto Islander, con il compito di assegnare il marchio Horse Friendly a chi rispetta un codice etico per la gestione degli animali e soddisfa precisi standard riguardo a cinque parametri: location, accoglienza, attrezzature ippiche, offerta gastronomica e accessibilità. Note di storia edl salone cavalli. Re, presidenti e ministri, ma anche indiani e cowboy. Due guerre mondiali e un mondo che, in questi primi 120 anni di Fieracavalli, è decisamente cambiato. Allo stesso tempo, è cambiata anche la funzione del cavallo, da mezzo di trasporto e forza motrice nei campi, per essere oggi un compagno dell’uomo nelle escursioni turistiche, nelle terapie mediche e sociali o puro divertimento nelle gare ippiche. La genesi di Fieracavalli inizia con la seduta del consiglio comunale di Verona del 23 dicembre 1897, presieduta dal sindaco Antonio Guglielmi. All’unanimità viene approvata la proposta di istituire la fiera. 50.000 lire, di cui 30.000 coperte da donazione del barone Ignazio Weill-Weiss di Lainate, sono i costi messi a bilancio per costruire le 13 scuderie che rappresenteranno il primo nucleo della rassegna. Nel preventivo si stima in 200 quintali la quantità di fieno necessaria per l’evento: come incentivo per i commercianti il vitto dei cavalli è concesso gratuitamente.