Alla Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso, proseguono ad ingresso libero gli incontri dedicati al pensare e al fare giardino nel mondo contemporaneo, ispirati, ancora una volta, alla naturale inclinazione di Pizzetti e dedicati quest’anno al mestiere del paesaggista. Mercoledì 21 settembre alle ore 17.30 è in programma un dialogo sulla professione del paesaggista, – che in Italia ancora stenta ad essere riconosciuta, e tanto meno è valorizzata –, e sul ruolo dell’AIAPP (Associazione Italiana Architettura del Paesaggio) per la promozione della qualità della progettazione e della cultura del progetto di paesaggio nel nostro paese. Ne parleranno gli architetti paesaggisti Luigino Pirola e Paolo Villa, insieme a Marco Tamaro, direttore della Fondazione Benetton, prendendo spunto dai contenuti di Visions, ultimo numero della rivista “Architettura del Paesaggio”, che sarà presentato nell’occasione. Fare il paesaggista è considerato un privilegio. Un bel mestiere, giovane e pimpante che visto da angolature diverse mostra sempre aspetti sorprendenti e affascinanti. Naturalmente, non sono tutte rose e fiori, e la professione, presenta molti lati indecifrabili. Come l’aggiornamento. Oggi la modalità più utilizzata di consultazione dei dati, è internet. Vi si trovano esempi, contatti, attori. Ma allora perché la più importante associazione italiana di architetti del paesaggio ha scelto e combattuto per avere una propria rivista, quando la carta stampata sta conoscendo una crisi irreversibile e internet conquista sempre più ampi utilizzi? La risposta è semplice: il mestiere di paesaggista è complesso e va raccontato con ordine, metodo e pazienza e non con la velocità di immagini e concetti in rapida successione. La rivista che parla di paesaggio è una vetrina su cui si affacciano tre figure principali: chi scrive, chi progetta e chi legge. Ognuno con il proprio ruolo e il proprio contributo. Le tre figure non hanno confini marcati, perché c’è chi scrive e progetta, chi progetta e legge, chi fa tutte le cose. Per questo si può dire anche sia un mestiere imperfetto. Un buon motivo per trovare l’occasione di parlarne e di raccontarselo.
La riflessione sulla professione si concluderà, mercoledì 21 settembre alle ore 21, con la proiezione del film documentario Un architecte dans le paysage (Suisse, 2009, 60’), dedicato al lavoro del paesaggista svizzero Georges Descombes, autore di alcune tra le più interessanti realizzazioni nel panorama del paesaggismo europeo dei nostri giorni.
La proiezione sarà introdotta dal regista, Carlos López, architetto, urbanista, designer.
Quale spazio lascia il nostro ambiente urbano alla nostra immaginazione, alle nostre emozioni… alla nostra umanità? Questa riflessione è centrale nell’opera di Georges Descombes.
Dalla strada nel cuore della foresta della Voie Suisse alla riqualificazione, nei pressi di Amsterdam, di una zona colpita dallo schianto di un aereo, le realizzazioni di questo architetto paesaggista sollevano l’interrogativo del “giusto intervento”. Georges Descombes e alcuni dei suoi compagni di viaggio, come Herman Hertzberger e Michel Corajoud, parlano del loro lavoro e lanciano uno sguardo pungente su un’architettura attuale troppo distaccata dalla vita in un film che rappresenta un viaggio poetico e filosofico al tempo stesso perché “Si può vivere senza filosofia, senza musica, senza amore … ma non così bene. Si può vivere con un’architettura priva di qualunque dimensione artistica … ma non così bene”. Naturale inclinazione è un’iniziativa della Fondazione Benetton Studi Ricerche a cura di Simonetta Zanon, dedicata a Ippolito Pizzetti (1926-2007), figura luminosa di progettista del paesaggio e del giardino, uomo di cultura e di natura, costante punto di riferimento del lavoro della Fondazione su questi temi. Per info: Fondazione Benetton Studi Ricerche, 0422.5121, www.fbsr.it.