Cento anni fa – sul Monte Cimone (1226 m.) – ci fu lo scoppio di una mina composta da 14.200 kg di esplosivo e innescata da truppe austro-ungariche che fece saltare la vetta e causò il 23 settembre 1916 la morte di oltre mille nostri soldati. Per questo è chiamato Monte Sacro alla Patria. Domenica 25 settembre si rinnovano solenni cerimonie commemorative alla presenza di delegazioni italiane ed austriche, con la deposizione al Sacrario di corone e la celebrazione di un rito religioso. Negli anni della Grande Guerra tutte le montagne dell’altopiano e dei gruppi limitrofi, il Cimone costituì l’ultimo baluardo contro l’avanzamento delle truppe austriache durante la spedizione della primavera 1916. In questa fase bellica le truppe asburgiche sfondarono la resistenza sul Campomolon, sul Melignone e al passo della Vena, arrivando fino al Cimone che assieme al Caviojo, alla cima Neutra e al Cimoncello, furono ultima linea di fuoco tra i reparti italiani e quelli austriaci. Questo è detto in un cenno storico. La vetta del Cimone ritornò in mano italiana grazie ad un manipolo di Finanzieri ed Alpini il 22 luglio 1916, mantenendo la posizione per tutto il conflitto. La vetta del Cimone scomparve e con essa le truppe della Brigata Sele, della 136/ma Compagnia Zappatori del 63/mo Battaglione del Genio, composta da 10 ufficiali e 1118 soldati. La tragedia del Cimone è una trieste pagina della storia della Grande Guerra. Ancora oggi risulta evidente l’effetto di quella grande deflagrazione, guardando l’avvallamento antistante alla gradinata che porta all’Ossario, costruito nelle viscere della montagna distrutta. Il Sacrario venne inaugurato il 22 settembre 1929 dal principe Umberto di Savoia. Ogni anno sul Cimone si fanno pellegrinaggi per ricordare gli oltre mille soldati caduti, partendo da Tonezza. Ma quest’anno, che ricorrre come detto il centenario di quella tragedia di guerra, le manifestazioni-ricordo si annunciano più partecipate. Già nel centro del comune di Tonezza il 23 e 24 settembre l’amministrazione comunale e associazioni locali hanno promosso una serie di riunioni con la popolazione dell’altopiano, tra l’altro con la lettura di testimonianze dell’epoca e presentazione di foto di quei fatti presso il centro congressi del teatro; ci saranno coreografie di torce e striscioni lumunosi tricolori e rullo di tamburo e tromba del silenzio. E’ in programma infine l’esibizione del coro “Azzurri Monti”.