L’International Inventors Exhibition (ANdI) ha promosso a Venezia dal 13 al 16 ottobre un evento su iniziativa della società Dnest, spin off dell’Università di Verona. Per conoscere appieno l’ANdi l’agenzia Asterisco ha incontrato il suo vicepresidente e portavoce Andrea Fabi, 37 anni; opera in questo settore dal 2009, quando iniziò la partnership nello studio legale del numero uno dell’Associazione, avvocato Vincenzo Falcucci. Attualmente svolge attività part time per un importante handilng belga presso l’aeroporto internazionale di Fiumicino. L’Associazione Nazionale degli Inventori è stata costituita a Roma nel 1947, intorno alle personalità carismatiche di Mario Tanferna ed Enrico Fermi del gruppo di Via Panisperna; ne fecero parte i più bei cervelli italiani. Da allora, l’impegno è di cooperare nel campo delle innovazioni, con l’intento di partecipare allo sforzo comune per sostenere il deposito dei brevetti nell’ottica del rilancio della ricerca tecnologica. Attualmente ci sono circa 5.000 tra associati e aderenti. L’ambito di lavoro principale riguarda la tutela dei piccoli e medi inventori italiani, delle piccole e medie aziende innovative e dei ricercatori scientifici in generale. L’attività associativa si realizza con il collegamento continuo per consulenze scientifiche, tecnologiche, ecologiche, legali, commercialistiche, brevettuali. Inoltre c’è il portale digitale per la cessione del brevetto, con la garanzia, da parte dell’ANdI, della licenza di sfruttamento di brevetti di piccoli e medi inventori, i quali hanno un controllo diretto sulla vendita, mentre l’acquirente riceve una garanzia sull’acquisto grazie all’associazione e alla sua rete di accordi con i Paesi più importanti e produttivi. Quest’ultima iniziativa apre anche a relazioni con società private ed enti pubblici interessati al settore brevettuale. Sul piano più specificamente culturale vi è la diffusione del periodico specializzato sui brevetti “Ingegni & Congegni”. L’inventore non è un perditempo e l’invenzione come il frutto di un banale hobby da garage, ha detto Fabi. L’invenzione, se sfruttata bene e divulgata commercialmente con le giuste accortezze, può invece diventare un’ottima opportunità per le aziende e un’ottima fonte di reddito personale. Oltre a essere un’arte, rappresenta soprattutto la soluzione a un problema, al quale l’individuo non sa bene che risposta dare, spesso limitandosi ad accettare la situazione che viene a determinarsi. L’inventore, che giustamente viene considerato un artista, al contrario non soccombe, riuscendo con il suo estro a trovare la via d’uscita migliore. Per questi motivi non sempre inventare è un qualcosa destinato solamente a ricercatori. La creatività italiana è qualcosa che nel mondo ancora ci invidiano grazie a persone che si applicano con le giuste conoscenze e competenze; tuttora noi stessi, nel quotidiano, utilizziamo le tecniche, che gli stessi ci hanno proposto. Fabi infine ha evidenziato che se non viene sfruttato e sviluppato nel corretto modo, questo vantaggio può solo creare divari tra Paesi sviluppati e non.

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