Una proposta di adozione di un paese tra quelli quasi completamente distrutti dal terremoto del centro Italia è stata avanzata dall’assessore regionale veneto alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin, ai rappresentanti del governo nel corso della Conferenza delle Regioni per definire il coordinamento degli aiuti alle zone colpite dal sisma del 24 agosto scorso. Questa la richiesta: “dateci un Comune, un centro, una frazione e il Veneto si occuperà di tutto quello che serve alla comunità che lì risiede, fino a quando la vita tornerà alla normalità e non ci sarà più bisogno della nostra presenza”. Secondo Bottacin se il Veneto verrà messo nelle condizioni di portare in una precisa e circoscritta area, in dstrutturale e coordinato, le proprie esperienze, professionalità e mezzi, il sostegno alla popolazione risulterà particolarmente efficace. Bottacin ha assicurato al capo del dipartimento nazionale della protezione civile, Fabrizio Curcio, al ministro per gli affari regionali, Enrico Costa e al commissario designato per le zone terremotate, Vasco Errani, che il Veneto, “con la stessa logica della colonna mobile, che è autonoma e autosufficiente”, può occuparsi di uno dei Comuni che vuole risorgere dalle sue rovine. “Possiamo trasferire e attivare in loco – ha spiegato Bottacin – servizi, strumenti e competenze per far sì che la popolazione non sia costretta ad abbandonare in questa impegnativa fase della ricostruzione i luoghi nei quali vuole vivere: dalle cucine alla farmacia mobile, dall’istruzione all’assistenza sanitaria e psicologica, dalle diverse attività tecniche finalizzate alla riedificazione degli immobili agli interventi veterinari per il settore zootecnico oggi in grande sofferenza. Un vasto spettro di tipologie di intervento reso possibile dagli accordi e dalle convenzioni che abbiamo stipulato con vari ordini professionali del Veneto. Se a ogni Regione che vuole dare il proprio aiuto verrà assegnata un’area della quale dovrà occuparsi totalmente – ha chiarito Bottacin –, ritengo che le popolazioni oggi angosciate dal dolore, dalla paura e dall’insicurezza che incombe pesantemente su di loro, potranno guardare al futuro con più speranza”.

Lascia un commento