Alla 73° Mostra del Cinema di Venezia, il 2 settembre (h 15) all’Hotel Excelsior del Lido, presso lo spazio espositivo della Regione Veneto, è il turno di “Storie di piombo”, con protagonista Sabino Acquaviva, un docufilm, a firma di Toni Andreetta, regista e docente al Dams padovano, prodotto da Videolab di Michele Parisi, con la consulenza scientifica di Carlo Alberto Zotti Minici, promosso dal Dipartimento dei Beni culturali dell’Università di Padova col sostegno della Regione. Il lavoro ripercorre la vita sociale e politica della Padova degli anni di piombo, all’imbrunire degli anni ’70. Una sorta di omaggio a Sabino Acquaviva, sociologo e scrittore autorevole, scomparso nel 2015, famoso nel mondo per il suo saggio “L’eclissi del sacro nella civiltà industriale”. In quel periodo Acquaviva fu senza dubbio protagonista importante, in quanto preside della facoltà di Scienze Politiche a Padova, negli anni 1977-1978 (in precedenza era stato anche a Trento), «Gli strumenti ideologici di sovversione e rivoluzione utilizzati dai ribelli di allora– scriveva Acquaviva- appartenevano al passato, quindi destinati al fallimento. Mentre forse il futuro del mondo si stava preparando nei laboratori, nei centri di ricerca scientifica tra coloro che lavoravano senza avere coscienza del significato politico di quanto andavano facendo».
Il film, dice il regista, vuole non essere un documentario descrittivo dei fatti. Spiega Andreetta: “Era da tempo che avvertivo la spinta a documentare, attraverso i racconti e le immagini della Padova di allora, quanto di quella temperie, oggi quasi del tutto rimossa, rimane nella memoria della gente, ma, ripeto, non si tratta di una ricostruzione storica documentaria di quegli anni, ho cercato di dare respiro a ciò che rimane, come emozione, nel cuore della memoria di quegli anni difficili e pericolosi, quando Padova era divenuta “città laboratorio” per gruppi sovversivi ed eversivi, di sinistra ma anche, in misura non certo minore, di destra”. Il trailer di Storie di piombo: https://www.youtube.com/watch?v=VopxFRvpIVw. Toni Andreetta è laureato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna in Discipline dell’Arte, Musica e Spettacolo col massimo dei voti, frequenta la Scuola del Teatro dell’Università di Padova e partecipa a seminari e laboratori condotti da J. Lecoq, Julian Beck, Giovanni Poli. Attore fin da giovanissimo debutta in campo nazionale nella compagnia di Elsa Merlini e poi lavora con Aroldo Tieri, Giuliana Lojodice, Lauretta Masiero. Ha realizzato oltre 40 documentari incentrati principalmente su storia, arte, cultura medievale e rinascimentale molti dei quali messi in onda sulle reti nazionali Rai anche nell’ambito di rai Educational, Rai DSE e del programma Ulisse diretto da Alberto Angela. Ottiene quattro riconoscimenti internazionali tra cui “Premio Airone” al festival Internazionale di Montecatini con Ebrei a Venezia come miglior film sulle risorse culturali e ambientali. Il “Premio migliore opera” con La Fenice, la Rinascita al festival internazionale di Pieve di Cadore programmato alla Triennale di Milano. Docente di “Teoria e pratica del documentario” presso l’Università di Padova. Attualmente è direttore artistico del progetto multimediale Unesco promosso dal Ministero dei Beni Culturali per la valorizzazione dei siti culturali Unesco del Veneto. Regista, produttore e attore teatrale ha messo in scena una ventina di lavori di Pirandello, E. Albee, Ruzante, Goldoni, E. Ionesco, H. Pinter, R. Mazzucco, R. Veller, Tolstoj, anonimi del ‘500.