Il punto franco di Porto Marghera, posizionato tra la fine di via dell’Azoto, lo scalo ferroviario ed il varco di accesso al Porto, è pronto per ulteriori sviluppi, dopo una prima fase di start up. La riattivazione del Punto Franco è un privilegio che l’Unione Europea riconosce in Italia solo a Venezia, oltre che a Trieste, e un asset sul quale è necessario puntare in un momento nel quale l’economia italiana e del Nord Est è fortemente “sbilanciata” su traffici extracomunitarie, in particolare, su quelli relativi alla sponda sud del Mediterraneo, dal Marocco alla Turchia. L’attuale concessione scadrà il 18 di agosto e sono già state ricevute due istanze, da parte di Autamarocchi e di Sidersped (attuale gestore), per l’assegnazione e la gestione dell’area. Le due istanze saranno vagliate dall’Autorità Portuale assieme a quelle spedite entro il 20 luglio. La concessione verrà assegnata per almeno 5 anni e ricadrà sulla società che meglio saprà sfruttare e far fruttare il beneficio di essere uno dei porti italiani a godere di un’area a regime doganale “speciale”. Da maggio 2016 fino a questi giorni l’area è stata utilizzata per merci sia in import che in export. In questa fase l’Autorità e gli operatori locali hanno fortemente voluto puntare su questa peculiarità proprio per far fronte a mutate necessità di espansione delle imprese sui mercati esteri a differenza del passato. In particolare sono state realizzate operazioni di lavorazione di merci allo stato estero e sono statidepositatie assemblati per la spedizione colli eccezionali in attesa di essere spediti verso mercati extraeuropei e Medio Oriente. Il mese scorso le istituzioni locali e Confindustria Venezia-Rovigo, anche grazie al supporto del Viceministro Enrico Zanetti, hanno chiesto al Governo di poter estendere la zona franca anche in altre aree di Porto Marghera, uno sviluppo che consentirà di offrire nuovi servizi alle imprese e alle merci, nonché di attrarre nuovi traffici su Venezia.