L’Orto botanico di Padova ha ospitato l’annuale convegno nazionale di entomologia. Questo è avvenuto negli ultimi giorni di giugno. Entomologi provenienti da varie regioni si sono incontrati per parlare di insetti, cioè ordinaria amministrazione per questi studiosi. Ma i lavori si sono concentrati sugli insetti nel piatto. E infatti uno degli argomenti del convegno è stato incentrato proprio sul rapporto tra l’essere umano e gli insetti commestibili, che sono per la cronaca più di 1.900 esemplari. L’80% della popolazione mondiale mangia insetti. Entonote, è l’iniziativa portata avanti da Giulia Facchin e Giulia Tacchini, le quali promuovono gli insetti come “pane quotidiano”, grazie anche a eventi di live cooking. Esattamente quello che hanno fatto nella dimostrazione all’Orto Botanico per gli entomologi italiani, nonché per i curiosi che non hanno mai avuto l’occasione di frequentare paesi esotici. In sintesti, Giulia&Giulia, dopo aver spiegato in conferenza la miscela che compone Entonote, tra scienza, cucina e comunicazione, si sono dilettate nel cucinare due dei loro cavalli di battaglia (nella foto di Massimo Pistore). Il primo: crostino con formaggio caprino e camole della farina caramellate. Un piatto semplice, dove l’unica difficoltà sta nella caramelizzazione delle camole, piccole larve gialline, note tra i pescatori. Basta sciogliere lo zucchero in una padella e immergerle nel liquido. L’aria si è subito riempita di un odore quasi pungente, tendente al bruciacchiato. L’operazione, hanno scritto cronisti testimoni dell’ateneo, ha fatto sì che si creasse una cialda di larve zuccherose, spezzettate con il coltello e sbriciolate sopra il caprino, spalmato sui crostini. Insetti o meno, come nei migliori buffet, i presenti si sono avvicinati al tavolo di lavoro per assaggiare. Il secondo piatto invece serve a recuperare un cipollotto (o porro) disperso in frigo, e a debellare i grilli domestici. Il risultato all’olfatto è un ordinario soffritto. Fao e altre organizzazioni internazionali, di fronte all’aumento esponenziale della popolazione mondiale, hanno iniziato a condividere l’idea che anche gli insetti possano contribuire a sfamare il mondo. Ce ne sono tanti, e il loro allevamento costa meno rispetto a quello tradizionale: 1 kg di carne produce 15 kg di CO2, necessita di 15 mila litri di acqua e di 7,9 mq di terreno, nonché di 10 kg di cibo; 1 kg di insetti invece produce 1 kg e mezzo di anidride carbonica, e necessita di neanche 1 l d’acqua, di meno di 2 mq di terreno e di 1 kg di cibo scarso. Damiano Martin, anch’egli curioso cronista dei lavori del convegno e tra i degustatori degli insetti nel piatto, ha sostenuto in una sua nota che a questo punto non c’è partita, tra la carne bovina e quella di cavalletta.