Sono state formalizzate con lettera al Governo le opportunità offerte in particolare dal Porto di Trieste nella prospettiva che possa concretizzarsi l’ipotesi di istituire alcune No Tax Areas a seguito della cosiddetta Brexit, inteso come polo attrattivo per investimenti. Trieste dunque come sede di un porto franco che rappresenta un autentico unicum nell’ordinamento giuridico italiano e comunitario .”È noto – ha scritto la Presidente dedlla Regione Debora Serracchiani – che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea impegnerà gli Stati membri in un processo di straordinaria complessità, ulteriormente complicata da probabili riflessi sistemici sulle economie, al momento difficilmente misurabili. In questo scenario, desta particolare interesse la proposta, ripresa anche dalla stampa nazionale, di istituire nel nostro Paese alcune No Tax Areas, finalizzate ad attrarre investimenti”. “Si tratta, in concreto, di uno strumento caratterizzato, essenzialmente, da due regimi: la massima libertà di accesso e transito e l’extradoganalità (o extraterritorialità doganale), ha precisato, spiegando che sotto il primo profilo, “i vantaggi/benefici possono essere raggruppati in una serie di norme che assicurano la libertà di transito e la libera circolazione all’interno del porto franco. Con queste norme, ad esempio, i TIR provenienti dalla Turchia non sono sottoposti alle quote bilaterali tra Stati per cui il transito da e per il Porto di Trieste (Autostrada del Mare Trieste – Turchia) è libero”. Per quanto concerne, invece, il corredo giuridico dell’extradoganalità, implicante tutta una serie di effetti favorevoli, Serracchiani ha ricordato al Premier Renzi e ai ministri economici competenti che “le merci provenienti dai Paesi non comunitari possono essere sbarcate e depositate (senza limiti di tempo) immuni da dazio o altra tassa, fino a quando non varcheranno i confini del punto franco, per essere importate all’interno del territorio doganale italiano/comunitario. Degno di nota – ha aggiunto – è che, per le merci in regime di deposito illimitato, non è necessaria la prestazione di alcuna garanzia. Inoltre, poiché le merci unionali lasciano il territorio dell’Unione non appena fatto il loro ingresso nel porto franco, l’esportazione non è soggetta a IVA”. La presidente del Friuli Venezia Giulia ha richiamato l’attenzione della Presidenza del Consiglio su come “l’Autorità Portuale di Trieste, grazie ai provvedimenti di spostamento delle aree del punto franco di Porto Vecchio, conseguenti alle recenti norme nazionali sulla sdemanializzazione, abbia esteso i benefici del punto franco triestino ad alcune aree retro portuali: aree nelle quali potranno essere collocate, con procedure semplificate, attività industriali e logistiche passibili di beneficiare dei vantaggi sopra descritti, in un habitat fiscale e doganale assolutamente unico nel panorama europeo”.