Inaugurato presso il castello di Canussio, a Cividale del Friuli (UD), “Border Wine”, il primo Salone transfrontaliero dedicato al “vino naturale”, il vino coltivato e prodotto con il minor numero possibile di interventi in vigna e in cantina, l’assenza di additivi chimici e di manipolazioni da parte dell’uomo. Protagonisti dell’evento, fino a domenica 26 giugno, una trentina di viticoltori provenienti da Italia, Austria e Slovenia, che espongono e fanno degustare i propri vini presso il medievale castello (nella foto). “Border Wine è occasione nuova e forse inedita per celebrare il territorio e uno dei suoi prodotti più tipici, il vino, perché mette insieme due peculiarità del Friuli Venezia Giulia: la consapevolezza che per essere competitivi occorre puntare sulla qualità e raccogliere nuove sfide, come quelle dei vini naturali e biologici; e parallelamente lo scambio di buone prassi tra produttori di realtà diverse, in una regione di confine, dove si incontrano tre grandi culture europee, latina, slava e germanica”. Lo ha affermato alla cerimonia l’assessore regionale alle risorse agricole Cristiano Shaurli. Iniziativa di tre giovani imprenditori friulani, Valentina Nadin, Luca Bernardis, Fabrizio Mansutti, Border Wine guarda al passato, ovvero al “fare le cose come una volta”, con lo sguardo convintamente proiettato ad un futuro di sostenibilità e di rispetto dell’ambiente naturale e delle sue risorse. “Il vino naturale – ha spiegato Fabrizio Mansutti – nasce dall’amore per la terra, dalla passione per una produzione che alle tecniche dell’agricoltura naturale unisce la totale assenza di sostanze addizionate al mosto; dunque nessun correttore di acidità, anidride solforosa o coadiuvanti vari. Un vino che si ottiene partendo da un’accurata scelta dei terreni e dal rispetto della loro biodiversità, che rigetta i pesticidi ed esclude ogni tipo di manipolazione chimica o fisica. Metodi – ha aggiunto – che portano i vignaioli a correre molti rischi, poiché il percorso è complesso e non sempre chiaro, per seguirlo occorre un’ampia consapevolezza e conoscenza sia in vigneto che in cantina. Ma siamo convinti che tutto sarà foriero di risultati lusinghieri”. “Questi produttori – ha evidenziato l’ass.regionale Shaurli – hanno scelto di riscoprire dei processi che derivano dalla storia e dalle tradizioni della vitivinicoltura della nostra regione. Percorsi dimenticati, come la macerazione sulle bucce, che stanno trovando nuova linfa. Una scelta coraggiosa che, coniugando innovazione a tradizione, va incontro alle esigenze dei consumatori che sempre più cercano prodotti sostenibili, che offrano garanzia di salubrità e di tracciabilità. Una scelta che può rivelarsi vincente. Compito delle istituzioni è accompagnare e facilitare questi percorsi”. L’etica ambientale e la difesa dell’integrità del territorio, sono dunque il filo conduttore di questa manifestazione, nel corso della quale oltre a degustazioni e proposte gastronomiche, sono previsti anche incontri e conferenze con i produttori, con gli enologi e con i sommelier per approfondire o iniziare a conoscere le caratteristiche dei vini naturali, saperne di più sui solfiti e su allergie e intolleranze alimentari.