Il consigliere regionale di Idv Gennaro Marotta (55anni) ha rinunciato al vitalizio. Con una lettera indirizzata al segretario generale del Consiglio Veneto Roberto Zanon, Marotta ha chiesto la restituzione dei contributi previdenziali versato dal 2010 ad oggi, nei cinque anni della legislatura, dichiarando la propria intenzione di non avvalersi del diritto all’assegno pensionistico al raggiungimento del 65esimo anno di età. “Ritengo che non sia tollerabile, soprattutto in politica, un diritto che appare ai più un privilegio: a fronte di 1 euro di contribuzione versata, un consigliere regionale oggi matura un trattamento pensionistico che vale sei volte tanto. Nel mio caso avrei percepito 602 mila euro lordi, ipotizzando 20 anni di vitalizio per una prospettiva media di vita di poco più di 80 anni: 517 mila euro in più di quanto versato”. Marotta ha spiegato con ragioni etiche la propria scelta. “Qualcuno mi accuserà forse di demagogia – ha dichiarato – per me invece si tratta di una scelta etica di coerenza. Sono stato il primo consigliere ad autoridursi lo stipendio, ad inizio legislatura, innescando così i successivi provvedimenti di riduzione dei costi della politica. Ho proposto e votato l’abolizione del vitalizio regionale. Mi sono battuto contro i finanziamenti e il diritto alla sede per l’associazione degli ex consiglieri. Ho presentato due disegni di legge per impedire il cumulo dei vitalizi per chi ha ricoperto più ruoli istituzionali e per cancellare il diritto all’assegno per chi è uscito patteggiando da inchieste giudiziarie per corruzione e appropriazione indebita di denaro pubblico. E ora ritengo doveroso, arrivato al termine della legislatura, continuare ad essere coerente con il percorso che ho avviato”. Marotta ha rinunciato ad un assegno pensionistico che vale 2.029,07 euro al mese se si anticipa il trattamento pensionistico a 60 anni, e 2.668,43 euro dai 65 anni in poi. Oltre a Marotta ad aver rinunciato all’assegno pensionistico del Consiglio regionale risultano essere sinora Alessio Morosin, consigliere regionale della Liga veneta nella sesta legislatura (1995-2000), e Andrea Causin, consigliere regionale del Pd (2005-2013).

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