Quinto meeting del Comitato scientifico consultivo del Segretario generale delle Nazioni unite (Unsab) a Trieste. Nella sede dell’Ictp (Centro internazionale di fisica teorica) di Miramare c’è stata una sessione aperta, preceduta da una conferenza stampa in diretta streaming. Questo il focus dei lavori: garantire che le acquisizioni della comunità scientifica su temi fondamentali come i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile siano recepite dai politici mondiali e che gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 siano applicati e monitorati tutelando le diversità antropiche e di ecosistema. Al panel odierno, accanto a scienziati di importanza mondiale, sono intervenuti anche Vincenzo De Luca, vicedirettore generale e direttore centrale per l’internazionalizzazione del Sistema Paese e le Autonomie territoriali del ministero degli Affari esteri, e il neopresidente del Cnr Massimo Inguscio. Durante la giornata di lavori è stato proiettato un messaggio del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che ha fortemente voluto l’istituzione del Comitato scientifico consultivo. Ban Ki-moon ha invitato a “porre speciale attenzione ai bisogni dei Paesi in via di sviluppo e più vulnerabili” e a far sì che le decisioni della politica “siano informate alla miglior conoscenza disponibile”. L’interesse di trasferimento della conoscenza globale rivolto a tutti i Paesi del mondo è proprio una delle caratteristiche delle quattro istituzioni scientifiche, che, con la partnership della Farnesina, della Regione Friuli Venezia Giulia e del Cnr, hanno accolto l’appuntamento Onu: l’Ictp, la Twas (Accademia mondiale delle scienze per l’avanzamento della scienza nei Paesi in via di sviluppo) l’Icgeb (Centro internazionale per l’ingegneria genetica e la biotecnologia) e la Iap (Interacademy Partnership). In un suo intervento la presidente della Regione Debora Serracchiani, ha manifestato l’orgoglio che Trieste abbia ospitato i lavori del quinto meeting dell’Unsab, a testimonianza dell’eccellenza dei centri scientifici del Friuli Venezia Giulia e del lavoro di coordinamento svolto dalla Regione su tutti gli istituti, regionali, nazionali e internazionali, che sorgono nel nostro territorio. A tale proposito è stato ricordato che è in corso di sottoscrizione il nuovo accordo tra Regione, ministero dell’Università e della Ricerca e ministero degli Affari Esteri per la valorizzazione del sistema scientifico e dell’innovazione del Friuli Venezia Giulia (Sis FVG) che risponde alla necessità di rafforzare il coordinamento delle reti scientifiche e di ricerca, accrescendo la condivisione dei servizi al fine di aumentare la capacità di azione. Tradotto: è che Trieste esporta ricerca e importa cervelli. Durante la sessione è stato evidenziato che l’impatto dei cambiamenti climatici è più forte sull’economia dei Paesi poveri e che è fondamentale investire sul capitale umano dei ricercatori e delle istituzioni scientifiche per affrontare risolutamente il fabbisogno alimentare delle zone del mondo esposte alla fame. Per quanto riguarda il contenimento delle emissioni nocive, serve un coinvolgimento capillare che deve investire la coscienza di tutti, decisori politici, imprenditori e cittadini del pianeta. All’Università di Boston – è stato l’applaudito esempio della prof. Maria Ivanova – sono stati gli stessi studenti a tassarsi con 30 dollari a semestre per ottenere la riduzione delle emissioni di anidride carbonica dell’ateneo statunitense.