La comunicazione è stata inviata oltre un mese fa al Ministero dell’Economia e della Finanza (Mef) -in particolare il sottosegretario veneziano Enrico Zanetti – e alla Banca d’Italia. Risultato? Ad oggi non è giunta alcuna risposta, a dimostrazione “di quanto vicini siano i nostri governanti alle problematiche dei cittadini”, lo ha detto Carlo Garofolini, presidente dell’Adico (Ass.Difesa consumatori). Insomma, le richieste di conversione delle lire in euro, favorite da una sentenza della Corte Costituzionale, sbattono contro il muro di gomma di uno governo che, prosegue Garofolini, “continua a non rispettare le sentenze fregandosene altamente dei cittadini, della Corte Costituzionale, dei rappresentanti dei consumatori. Ma come pretendono, queste persone, che poi i cittadini abbiano fiducia nello Stato? Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per far valere le ragioni delle 150 persone che si sono rivolte a noi chiedendo di assisterle nella richiesta di conversione. E mi auguro che facciano così anche le altre associazioni”. La vicenda s’è concretizzata con una sentenza dello scorso autunno con la quale la Corte Costituzionale aveva definito illegittimo il comportamento del governo Monti che aveva anticipato di tre mesi la prescrizione per il cambio delle lire in euro. Di fatto la sentenza della Corte ha aperto una nuova finestra di tre mesi per chiedere la conversione. Naturalmente Mef e Banca d’Italia hanno cercato un escamotage per evitare di sborsare quanto dovuto, decidendo di procedere con il cambio solo per chi ne avesse fatto richiesta (documentata) proprio in quei tre mesi “eliminati” da Monti. “Una scelta risibile e assurda – continua Garofolini – alla quale doveva seguire un provvedimento serio da parte del Ministero. Invece allo stato attuale questi personaggi che noi abbiamo delegato per rappresentarci, si permettono addirittura di non rispondere a una nostra mail, dimostrando così un disinteresse che testimonia in pieno la grande vicinanza dei nostri strapagati politici ai cittadini. Ripetiamo e ribadiamo: noi andremo fino in fondo, ovvero proseguiremo la nostra battaglia fino a che non verranno convertiti in euro le lire di chi è venuto da noi per farsi assistere. Sappiamo benissimo che chi governa punta sulla disillusione degli italiani e sul fatto che le persone dimenticano troppo presto anche i soprusi che subiscono. Ma la nostra associazione, invece, non ha alcuna intenzione di lasciare perdere quindi suggeriamo a queste persone di rispondere alle nostre richieste perché solo così dimostreranno di avere qualche attenzione per i cittadini e non solo per la ricca busta paga che si intascano ogni mese”.