Codice rosso a Roma per i troppi topi, si parla di sei milioni di unità soprattutto perché la città è sporca ed è comunque un allarme antico che da anni ha comportato risorse e disinfestazioni. Nel 2015, ad esempio, sono stati spesi cinquecentomila euro per 1700 interventi con esche, a cura dell’azienda dei rifiuti di Roma, cioè l’AMA. L’invasione dei roditori ha raggiunto, secondo la stima della stessa AMA un numero considerevole di topolini da soffitta, di topi da fogna e di ratti neri che albergano sui tetti delle case. C’è un esperto in Veneto che si trova a Carbonera di Treviso: il suo nome è Massimo Donadon, in veneto chiamato il “sorzon”, perché è riuscito già a debellare con successo questi animali che sono portatori di malattie, prima di tutto la leptospirosi. Ebbene, Donadon, che guida un azienda specializzata, è già intervenuto in grandi città come a New York, Pechino, Amsterdam Tokio e Santiago. Donadon parlando del problema dei topi a Roma, ha detto che prima di tutto bisogna che la capitale tassativamente abbia meno rifiuti in strada e che comunque i roditori vanno capiti perché, fin dalla loro nascita si affezionano agli odori dei cibi che si trovano nei cassonetti e che le esche debbono essere adattate ai loro gusti. Ad esempio, ha ricordato l’imprenditore trevigiano, le esche avevano il gusto del riso soffiato; in Alto Adige la farina di mele; in Cile la farina di pesce e a New York era stata aggiunta della margarina. Si è appreso intanto che il Commissario di Roma, Prefetto Francesco Tronca, per tentare di risolvere la popolazione dei ratti, ha istituito una task force e fra giorni, ha fatto sapere che, firmerà un’ordinanza per vietare e punire coloro che abbandonano in strada i sacchetti dei rifiuti che sono evidenti contenitori di cibo per i topi.

Lascia un commento