Le manifestazioni del settore Musica della Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, si svolgeranno dal 2 all’11 ottobre: 59/mo Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretto dal compositore Ivan Fedele. Saranno 10 giorni di programmazione, con 18 concerti che propongono 31 novità, di cui 16 in prima assoluta. “Il Festival si svilupperà intorno al tema della “memoria” – scrive il direttore Ivan Fedele – inteso nelle sue diverse accezioni, sia come strumento percettivo/cognitivo imprescindibile per l’esperienza ermeneutica, sia come ricordo e traccia storica vivida e rivitalizzante nella contemporaneità, attraverso accostamenti di epoche lontane nel tempo ma vicine nell’essenza dell’ispirazione e del pensiero. Pierre Boulez, Georges Aperghis, Helmut Lachenmann, Giuseppe Sinopoli: sono i nomi che spiccano nel 59. Festival. A Pierre Boulez, già Leone d’Oro alla carriera, non poteva mancare l’omaggio ai suoi novant’anni con un’eccellenza del violoncello come Marc Coppey. Leone d’Oro alla carriera per il 2015, Georges Aperghis, autore appartato e originalissimo, pieno di ironia e dalla forte carica surreale, sarà al festival con Machinations, opera emblematica dove 4 voci femminili creano una lingua immaginaria, un impasto di fonemi, oggetti, musica e tecnologia che sembra riportarci alle origini stesse del linguaggio. Anche Helmut Lachenmann, 80 anni quest’anno e Leone d’oro alla carriera nel 2008, ha una presenza importante all’interno del Festival grazie all’Ensemble Recherche e all’Ensemble Musikfabrik. A Giuseppe Sinopoli, al suo Souvenirs à la mémoire, considerato una pagina destinata a restare nella storia della musica del 900, è invece dedicato il progetto di Biennale College – Musica: sarà infatti un’orchestra giovanile, selezionata tramite audizione dopo un bando internazionale, ad eseguire la partitura di Sinopoli – a seguito di un training con tutor – diretta da Michele Carulli, a lungo assistente di Sinopoli.Molti i compositori delle nuove generazioni in programma, spesso poco noti ai palcoscenici nazionali ma ampiamente ospitati dalle programmazioni internazionali: Milica Djordjevic (1984), Nina Šenk (1982), Pasquale Corrado (1979), Federico Gardella (1979), Silvia Borzelli (1978), Lara Morciano (1978), Dai Fujikura (1977), Marcin Stanczyk (1977), Luca Antignani (1976), Filippo Zapponi (1976), Benoît Chantry (1975), Aureliano Cattaneo (1974). Altrettanto fitta la generazione di mezzo, con nomi accreditati come: George Benjamin, Fabio Nieder, Vladimir Tarnopolski, Fabio Cifariello Ciardi, Dieter Ammann, Matteo D’Amico. A interpretare le loro opere saranno grandi ensemble europei, Klangforum Wien, Ensemble Recherche, Ensemble Musikfabrik; recentissime formazioni come la European Contemporary Orchestra (che riunisce 33 interpreti da Francia, Olanda, Belgio) e lo Studio for New Music Moscow; l’originale quintetto di fiati Slowind, il Lemanic Modern Ensemble, il quartetto Leonis e il trio intitolato a Josef Suk; infine straordinari interpreti come il duo pianistico delle sorelle turche Ufuk e Bahar Dördüncü, il violoncellista Francesco Dillon insieme a Emanuele Torquati al pianoforte. E ancora due pianisti: Giuseppe Albanese, che ripercorre il pianismo ungherese nella linea che da Liszt arriva a Bartòk e Ligeti; e David Greilsammer, che con sfoggio di virtuosismo attiva un cortocircuito tra le ardue sonate di Scarlatti e il nuovo timbro della tastiera preparata di Cage.

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