Davanti al monumento “Memoria e Luce” di Padova cerimonia di commemorazione del quattordicesimo anniversario degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 a New York. Le massime autorità cittadine hanno partecipato alla deposizione delle corone d’alloro davanti al monumento progettato da Daniel Libeskind, per onorare e ricordare i caduti. Il console americano nel suo intervento ha ringraziato la città per il sostegno, l’amicizia e la solidarietà. Per la Provincia di Padova ha preso parte il vicepresidente Fabio Bui (nella foto). Egli ha detto tra l’altro che oggi, come allora, sentiamo il bisogno di rinnovare la vicinanza e la solidarietà alle famiglie delle 3.000 vittime innocenti vittime delle Torri gemelle, tra cui anche alcuni concittadini italiani. Lo dobbiamo a chi è caduto senza colpe, a chi ha sofferto la perdita dei propri cari e a tutti i caduti del terrorismo.
Ora ci ritroviamo uniti nella memoria per commemorare una tragedia che ha cambiato il mondo, e il corso della storia di ogni Paese e ogni comunità. Da allora è iniziata una nuova era che ha profondamente inciso sulle scelte politiche, sull’economia, la cultura e la religione, con effetti globali che oggi sono tutti di fronte ai nostri occhi. Dobbiamo riconoscere che il collasso degli Stati usciti dalla stagione coloniale, il terrorismo e i flussi migratori sono fenomeni collegati, che impongono una risposta globale. Ma non ci si può limitare a dire che devono essere gli iracheni, i siriani, i libici a combattere l’Isis e a cavarsela da sé. Dobbiamo sostenere, uniti, tutti coloro che fronteggiano i guerrieri del terrore, costruendo un’alleanza internazionale in grado di riprendere il controllo dei territori del califfato, nella consapevolezza che l’Isis è solo uno dei molti volti che il fondamentalismo islamico ha assunto, e assumerà nella guerra civile che ha scatenato contro il proprio mondo e che tenta di esportare nel nostro. Sono cambiamenti radicali che stiamo vivendo tutti, oggi, con una certa ansia e paura dell’ignoto. La paura non è riuscita a piegare gli Stati Uniti, non ha piegato i suoi cittadini, anzi ha stimolato il Governo e tutti gli americani a prendersi sulle spalle la responsabilità di rendere il mondo un luogo migliore. Far finta che questo clima non chiami in causa anche noi significa solo rinviare la questione e perdere tempo inutilmente. Non ci sarà mai il momento in cui potremo dire, ha concluso Bui, che la battaglia contro l’odio, contro la sopraffazione, contro i negatori della libertà sia finita, ma è una guerra che non possiamo permetterci di perdere”.