Per salvare gli esodati della Riforma Delrio il governo vuole affondare i conti della sanità. Su questo “forzato passaggio” ha preso posizione il presidente del Consiglio Veneto Roberto Ciambetti (è della Lega, come il presidente della Giunta Luca Zaia). Egli ha, attraverso una nota, precisato che “c’è bisogno di medici e infermieri ma dovremo assumere impiegati e non mi sembra questa sia la strada migliore per migliorare la sanità”. “L’operazione chirurgica del governo serve a salvare la faccia per una riforma, quella sulle Province, malfatta e che crea perdita di posti di lavoro, aumentando casomai le spese negli enti locali senza alcun beneficio in termini economici e di servizi. Ma quello che è grave – ha proseguito Ciambetti – è che si mira a scaricare nelle Sanità regionali i costi di questa operazione: abbiamo un crescente bisogno di medici, di specialisti, di nuovo personale capace di usare i nuovi mezzi tecnologici a partire dai cyberknife a tutti gli strumenti messi a disposizione dalle moderne tecnologie. Il governo ci impone di assumere ragionieri, geometri, architetti e via dicendo, persone stimabilissime per altro, ottimi lavoratori, ma evidentemente inadeguati al bisogno della medicina moderna”. Il presidente del Consiglio veneto ha poi aggiunto “L’ipotesi del governo era stata fortemente contestata nella Conferenza delle Regioni già il 16 luglio scorso e non è vero che solo il Veneto si era opposto: tutti avevano fatto quadrato per contrastare una proposta che porterà a far saltare i conti della sanità. In Veneto, grazie al sistema accentrato, quest’anno abbiamo un avanzo positivo di 56 milioni ma complessivamente con i piani di rientro degli scorsi anni la spesa sanitaria ha visto una progressiva diminuzione del disavanzo in tutta Italia. La sanità italiana costa il 25 per cento in meno della media europea un costo che diminuisce del 35 per cento se teniamo conto della sola spesa per gli over 65: in altre parole, la sanità gestita dalle Regioni è un modello interessante di servizio pubblico, che in Veneto è sicuramente un servizio di qualità, a costi contenuti. Ora questo equilibrio tra spesa e servizio viene fatto saltare dal governo che impone di assorbire gli esodati creati dal governo stesso con la ristrutturazione delle province. Penso, come aveva suggerito già l’assessore Coletto, che l’obiettivo non sia solo quello di salvare la faccia dopo la figuraccia della Riforma Delrio, ma anche dare l’assalto al fortino della sanità: il governo, con la scusa della spending review, delle tasse da abbassare, vuole tornare al passato, al sistema delle mutue costringendo i cittadini a pagarsi una assicurazione per avere i servizi medici anche di base. Di questo passo prima chiedere cosa si ha, al pronto soccorso chiederanno che carta di credito si ha in tasca e solo se questa è accettata si passerà agli ambulatori!” L’allarme lanciato dal presidente dell’assemblea veneta è connotato da grandissima preoccupazione, soprattutto – ha concluso Ciambetti – perché “dopo questa mossa, che gonfia gli organici del personale amministrativo e che dunque appesantirà i conti senza portare benefici al servizio, la Sanità verrà messa in crisi, ma a pagare saranno i cittadini, i più deboli e i più poveri”.